Sull’ amore e l’odio verso il telefono


Non vedi il giardino segreto che abita il mio cuore. Tu mi guardi e mi intuisci e poi, giri lo sguardo e torni a parlare delle solite cose, perché non riesci, o perché non ti importa, in fondo.

Io, vorrei che noi fossimo speciali, non come gli altri, non perché ci siamo presi, ma perché siamo nuova materia insieme, fusa e rimodellata.

Tu sei tu e io rimango qui e qualche volta ci incontriamo, altre ci cozziamo contro e ci scansiamo per non urtarci troppo. So che la vita è una, preziosa e ignota, da scrivere, da leggere, da cantare e ascoltare, ma non posso disfare e rifare. C’è qualcosa che va oltre me: tu, con tutto il tuo bagaglio, il tuo bisogno di chiudere a chiave la cantina, con i suoi scatoloni ammassati di emozioni, di paure e sogni infranti.

Non posso andare oltre me stessa, non devo, non ne ho il diritto. Posso solo essere me stessa, preservare il mio giardino segreto, curare e innaffiare, potare e recidere, per mantenere la mia natura e ritrovarmi intatta nel nocciolo saldo della mia essenza.

Non ho più voglia di lamenti, non ne ho mai avuta, ma non li tollero più.

Conosco il dolore e so che ce n’è sempre di più grande, di più profondo di quello che ho provato  e non voglio bestemmiare sentendomi afflitta. Non tollero più chi porta nella mia vita sempre grigiore, chi mi succhia ogni anelito di buon umore, per legarmi a sé, per coprirmi di disperazione e menzogne contorte che sono un imbarazzo solo ad ascoltare.

Quanto ho sofferto di ciò che mi si poteva evitare e quanto mi ha straziato la vita stessa. Ho scelto di conservare quel dolore sordo che non posso cancellare, per ciò che è arrivato con il vivere, col tentare, perché non sarebbe giusto verso me stessa; ma tutto quel dolore profondo a causa di gesti ignobili, di trame fitte e di ottuso egoismo, quello lo voglio spazzare via, o perlomeno lasciarlo al suo tempo.

Amore è un sentimento, questo è chiaro e non serve dargli un altro senso. Sono le persone che ne cambiano il vestito continuamente, ma non serve a illudere, non basta ad ingannare.

L’ amore è una cosa seria, la più divertente, quel sentimento che ti porta a pensare a un altro, a conservarlo caro nelle tue memorie, a muoverti per il suo bene, a migliorarti per entusiasmo, a volerne la compagnia senza conoscere sazietà. Se l’amore poi è ammantato di passione, c’è un’attrazione che unisce, un riconoscere il corpo dell’ altro come proprio, senza pudore.

L’ amore di un genitore vale, ma non diciamo oscenità generaliste : ogni genitore è persona e non a tutti scatta quell’ attaccamento istintivo verso la prole. Io so di essere una figlia di genitori incapaci di esserlo, ne ho la certezza e non sono l’unica, ma so che l’ amore per i figli può essere totale e sincero.

L’amore che porta vita, quello che smuove le idee, le coscienze e le convinzioni, è il motore di ogni esistenza, qualcosa che si cerca anche senza volerlo, che si vuole anche avendolo, che spinge nel petto e crea tutto ciò che va al di là delle necessità base di ogni persona : cibo, vestiti, tetto sulla testa.

Ogni opera d’arte, ogni canzone, storia scritta… tutto per esprimere qualcosa che ci  muove dentro, che spinge per uscire.

Troverò il flusso in cui incanalarmi, per trovare pace e libertà di essere. Sono felice di ciò che sono, nella mia mente mi riconosco;posso fare di più, devo lasciare qualcosa di me, ne ho bisogno. Non sono per i social network, non tollero neanche il telefono che squilla; detesto l’ obbligo , io spezzo le catene e il piacere di ritrovare una persona muore nel momento stesso in cui diventa una questione di aggiornamento; in più, sono la discrezione in persona per cui… Il telefono invece, devo averlo in antipatia da qualche esperienza remota, dopo l’ infanzia, qualcosa è andato storto con questo mezzo: non chiamo se non per obbligo ,sono sempre in torto e offendo varie amicizie a causa del mio astio. Devo sempre chiedere scusa per non aver chiamato, se non per non aver risposto. Detesto essere obbligata a rispondere in qualsiasi momento e magari dover restare troppo tempo incollata a quel fornetto, perché sono troppo educata per trovare una scusa e chiudere.

Sono per il vis-à-vis, ci si beve un caffè, si comunica con lo sguardo e ci vogliono molte meno spiegazioni; oppure mi piace scrivere qui e una persona legge, se e cosa ha voglia e dice la sua, se e quando ha voglia: senza obblighi, senza pressioni… più sinceri e liberi di così!

Ho esaurito i miei argomenti e certamente tei… scusa, ora mi levo e mi metto a leggere, così mi dispero perché sul più bello mi addormento e poi non capisco niente. Incomincio a sognare e non so più discernere.

E non finisce mica il cielo…against all odds


E non finisce mica il cielo… Viene da gridarla più che cantarla… la sto ascoltando adesso e la farò riandare ora che finisce, perché è incredibile, un brivido dai lombi alle radici dei capelli. Viene da correre, buttarsi nel mondo col volto rigato di lacrime, ma dal piglio fiero, col pugno chiuso e il cuore saldo.

Ho cambiato copertina al mio blog, non me ne si voglia, ma per quanto donna e felice di esserlo, sono la prima ad ammettere che troppo rosa dà alla testa. Ho provato tutti i template, tutti che fossero free, e poi ho ragionato su ciò che piaceva a me e su ciò che poteva essere fruibile per chi vi si affacciasse e ho scelto e poi personalizzato un po’.

E’ partito Minuetto, lo so per una che ama il grunge é un po’ strano, ma non è la verità. Io metto colonne sonore anche ai sogni… Ora, dopo aver tinteggiato le pareti del blog, mi è partito nel cervello sempre il solito motivo, come una girandola controvento e quando mi sono soffermata  ad ascoltare bene cosa fosse, mi sono resa conto che la mia testa cantava E non finisce mica il cielo.

Minuetto non è la mia passione, non me ne si voglia, mi sa che ora ascolto qualcos’altro… ‘spetta un attimo..Va bene, facciamo un tuffo nel passato, a quella ragazzina innamorata persa, che col cuore spezzato si sparava Phil Collins live, come se potesse condividere le emozioni di un uomo fatto, che canta il dolore della fine di una relazione matrimoniale… ma tant’è che il suo cuore era spezzato.

Ovviamente mi riferisco ai tempi di Sussudio, che versione live è mille volte meglio: quell’uomo è qualcosa, davvero. Sono consapevole che lui nasce batterista ed è quella la sua passione, ma ringrazio il cielo che abbia scritto canzoni così: se il cuore duole, sembra che lui canti ogni tuo battito perso.

Non voglio mettere musica nel blog, so già che non funziona. Apri un blog per leggere un’articolo e ti parte sparata una canzone e non capisci la canzone e non capisci l’articolo, finendo per detestare questo e quello. Se qualcuno volesse ascoltare queste canzoni sono talmente facili da trovare… Ci sono tanti posti in internet in cui ascoltarle.

Comunque l’album, quando c’erano gli album.., è Serius Hits…Live! Ora me lo godo e mi lascio andare nostalgicamente a cose che non sapevo, che immaginavo, ma avevano un sapore, un odore preciso e non le ho più ritrovate, perché altre e diverse da quelle sono arrivate.

Senti la gente che applaude e lui che non so come, ha una vice così limpida, forte. Sapete che molti cantati perdono la voce per strada nelle esibizioni live; bé, Collins è strepitoso, non c’è paragone ripeto l’esibizione live con la versione studio di queste canzoni!

Ho tergiversato, ma in fondo sto dietro a sensazioni, trombe, batteria e cori.. che mi sembra di tornare bambina e rivedere quelle esibizioni alla televisione. E sognavo e non pensavo a cosa mi affliggeva: sembrava tutto possibile, con quella musica e gli artisti sul palco vitali, la gente in fermento e un futuro ancora da fare.

Against all odds… non credo che qualcuno possa ascoltare questa canzone senza commuoversi, se volete smentirmi… cavolo! ho voglia di piangere… e poi la batteria che solleva il battito e tu ti ritrovi a cantare… just take a look at me now… cavolo, non lasciarlo! torna.. stupida! sto delirando. Decisamente.

Chiunque abbia voglia di passare un po’ di tempo di qualità e farsi un tour nel proprio cuore ascolti questo album e mi si conceda di chiamarlo album.

tuc..tuc..tuc… who said i would?

Non riesco.. sono trascinata via… io dovevo vivere tra concerti e mondi da scoprire, libri da riempire e chissà cos’altro…

Questi erano i miei semplici sogni… e poi, l’ Australia.. mia fissazione d’infanzia. Tornerei in Inghilterra anche oggi se potessi però, era la mia dimensione, il posto dove essere me stessa.

Deliro… sparatevi la musica che si abbina al vostro umore e non credo serva altro.

Non parlo neanche di compagnia, perché io ci ho rinunciato, non ho trovato il modo di condividere le mie passioni, neanche mezza… Marte e Venere? tigre e civetta piuttosto.. ma io mi coccolo, quando sono sola, ritrovo me stessa.