Di notte


Ho corso, tra i vicoli bui. C’era lui con me. Lo desideravo, anche nella paura.Mi stringevo a lui, mentre lui mi trascinava in cerca di un rifugio.

Sapevamo di essere braccati, si stavano trasformando e noi cercavamo disperatamente l’ultimo approdo sicuro.

La luce fioca di una notte infinita. Forse era la paura folle, perché ogni tanto qualcuno cercava di prenderci e allora lui mi afferrava più saldamente e cercavamo di andare più in fretta, esausti, ma convinti fino all’ultimo.

Alla fine siamo arrivati all’appartamento. Ci hanno accolto e hanno subito serrato ogni possibile accesso.

Stavano scappando, partendo. Donne e uomini,erano pochi, con i volti severi e determinati.

Noi non li abbiamo seguiti. Ci siamo fermati e stesi su un giaciglio di fortuna. Ci siamo stretti l’un l’altro e io mi beavo del nostro abbraccio, nonostante tutto, volevo te e quel momento insieme. Per un istante è stato così emozionante, intenso, la certezza di me e di te, volevo restare lì.

Poi, i rumori, gli ululati. Ci siamo alzati velocemente, abbiamo capito subito di essere circondati: le imposte erano colpite con furia, la porta stava cedendo e quelle grida! Ringhiavano con una furia spaventosa!

Mi sono stretta a te, con più forza, cercando il tuo calore, la sicurezza del tuo corpo solido, concreto.

Mi hai guardata e con un lampo di comprensione ci siamo voltati mentre la gente ospitale di prima stava tornando, in una confusione di rantoli e vestiti strappati. Si grattavano con foga, mentre pelo animale gli spuntava dagli squarci sugli abiti.

Hai deciso in un attimo che non saremmo sopravvissuti e mi hai presa per mano, lanciandoti tra quei disgraziati, mentre io vedevo quelli che si stavano muovendo verso di noi.

Scappavamo col fiato corto in cunicoli interni alle case, con luci arancioni, e gente dalle sembianze di lupo. Affamati, erano affamati, con la bava sulle zanne ingiallite. Avevano fame, una fame dannata.

Poi, non so.. tutto si è fatto confuso .. tu sei diventato un vecchio ,mentre parlavi con un altro uomo simile a te all’interno di un pub. Ho pensato di averti perso, ma tu continuavi a nascondermi dietro la tua schiena, stringendomi e io capivo che eri sempre tu. Quale artificio stavi usando?

Mi sono svegliata ed era tempo di alzarsi .

 

 

Noi


Un colpo al cuore . Uno spavento. Imbarazzo, prudenza, confusione.

La stanza si affolla e io tentenno, cerco sedie da porgere, mi tuffo in cucina.. ho la dispensa vuota!

C’è un cicaleccio di fondo e non distinguo verbo.. sì, prego, accomodati, no, nessun disturbo!

Chi sei ? Chi sono?

Ho giusto un divanetto e due sediole spoglie, ma faccio gioco e stendo un copriletto.

I volti sono opachi, non riconosco i loro tratti, ma strizzando un po’ gli occhi mi fingo sicura e stringo mani e accenno saluti.

C’è chi allegramente favella e ridendo caracolla, c’è chi silenziosamente in disparte ascolta. C’è l’amico a pelle, l’opinionista serio, l’artista sagace, l’allegro folletto…

Io mi torco le mani e mi tormento il capello, son così piccola in confronto al mondo, così palesemente ignorante!

Un battito sul vetro, un colpo secco… mancava l’ospite vagante, lo spirito di vento.

Mi fermo, vi guardo e mi sale un sorriso. Non più sola, io, non più al centro o in parte, ma spettatrice lieta. Ascolto novelle e poesie e canzoni, attardandomi in godute libagioni.

Il verbo si espande con menti in subbuglio;il pensiero fiorisce nei  meandri incolti; la vita sconfina e di pienezza innonda: il cuore, la testa, colpendo il petto.

Scorro via nel fiume del mio intelletto, tra lupi feroci, chimere ammiccanti e gnomi da giardino.

 

 

 

Girotondo, teniamoci per mano,

corri più forte e stringi la presa,

lo stomaco salta,più forte le risa

… casca la terra, e tutti giù per terra!
Che bella brigata !