Una donna, un guerriero.


 

La paura, la tristezza che bussa, non deve esserci, ma c’è.

Allora, il mondo diventa distante, la gente è altro da me, pericolosa,ogni parola una potenziale bomba inesplosa. Allora divento piccola in un corpo troppo grande, mentre vorrei rimpicciolisse a misura di colibrì, come il suo battito il mio palpito.

Vorrei un abbraccio stretto, ma so che poi ti allontano, sono dura, ferita sempre, ma nasconderlo è un mestiere. O sei con me sempre, dentro di me, amandomi sopra ogni cosa o io ho bisogno delle mie barriere, del mio appoggio e delle inferriate per non cadere e lasciare un po’ di spazio fra noi. Ti devo guardare da lontano e riflettere, per decidere come prenderti, per difendermi. Non è difficile, è quasi banale, io posso cadere giù, così in basso da stare male e non posso permetterlo, se nessuno corre a scacciare i draghi, chi mi difende? Io, lo faccio da me e così dev’essere, sono d’accordo, ma questo senso d’abbandono, questo sentirmi poco è un mio problema e se alzo i muri col mondo a volte, bene, continuerò a farlo, senza ammetterlo, senza spiegazioni, col sorriso sul viso e sgretolando dentro.

Un abbraccio vero, nient’altro. Nessun altro approccio, non è il momento. Poi passa, passa sempre. Quel buio torna nel suo angolino e via. Ci sono momenti in cui piccoli dettagli coincidono casualmente e caoticamente rimandandoti il peggio di ciò che hai vissuto, come un viaggio a velocità folle tra i tuoi incubi reali, come quella giostra da bambina in quel vagoncino trainato tra mostri e musiche inquietanti e poi i fantocci che al tuo passaggio si avvicinavano: io ne ero terrorizzata e facevo incubi orrendi, ma mi obbligavano, perciò..

Ci sono tante cose belle nella mia vita, mi detesto per non apprezzarle in questo giorno, in realtà sono sempre grata, ma va così, ero troppo esposta agli eventi, oggi metto la corazza.

4 Pensieri su &Idquo;Una donna, un guerriero.

  1. …come fare a dirti che ti sento vicina per quanto scrivi? Tanto. Dicono che la felicità debba essere una cosa “propria” indipendente dalla presenza di chiunque. Belle parole. Io per ora non ci riesco. Forse, da quanto capisco, neanche tu, e questo mi fa sentire meno sola. Buona strada.

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    • Stavo pensando la stessa cosa di te, un sprazzo di speranza. Viene da dirsi” Visto, mica sono sola?”
      Non ci si può bastare, bisogna camminare sulle proprie gambe, lo accetto, ma non ci si può bastare, una bella balla confezionata da chi ama l’idea di homobambola, col suo lavoro, accessoriato, la casetta… io sono per l’emozione, la passione e tutto ciò che può dare un senso in due. Non siamo sole! Buona strada anche a te, con Duchessa!

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