Si sta come una bambola rotta nella cesta dei giochi smessi


Vorrei amarti meglio, giuro davvero.

Quante volte so che aspetti un abbraccio e non so darlo, non so cosa sia successo, io che dico a te insensibile e poi sto lì a difendermi sempre.

Eppure, cazzo, io mi ferisco, ti giuro che mi si squarcia la pelle e faccio certi sogni, certi sogni a volte che non so spiegarmi cos’ho nella testa. Possibile che Hitchcock mi si sia insediato nel cervello?

Sono una donna complessa e complessata, travestita da donna media, socievole e razionale, piedi in terra.

Io questi piedi ce li ho in terra per calpestarla!

Mi dispiace di rendere l’aria solida ogni volta che cerco di avere un rapporto umano con lei, ma che cavolo! Mi si insinua dentro come una piovra e mi terrorizza a tal punto che vorrei rompere tutto, perché non puoi dire a una persona allucinata che è più matta di un asino in groppa a un cammello!

Ho già il freno a mano pronto se serve, ma vorrei amarti meglio. Invece sto lì a guardarmi fare, come un pilota incapace di guidare.
Mi concedo a fette per non perdere l’intero e la vita scorre, mentre pianto i piedi a terra e mi scorre alle caviglie.

Come nessuno mai


Volerò tra le vette più alte, gridando l’ebrezza planando e risalirò con slancio per poi tuffarmi in picchiata e il vento mi carezzerà le piume sostenendomi gentile.

Vedrò il cielo immergendomi in esso e mi befferò delle altre creature, aguzzando la vista le vedrò scappare tra gli alberi e mi poserò su di un ramo alto per godermi l’istante.

L’olezzo mortale, il fetore umano, saranno distanti, in basso, così in basso da non toccarmi, né riguardarmi.

Il mio cuore avrà un ritmo di gioia folle e io lo seguirò sempre, impaziente, verso nuovi orizzonti e nuove forme.

Colori nitidi, odori frizzanti, aria pura per me, senza pensieri, solo l’aria fresca da fendere e cime d’abete a solleticarmi il ventre.

Libera io come nessuno mai, vagherò tra le strida e i canti limpidi, rigenerando quest’anima ferita, per essere viva.

Senza affanni, né colpe, senza più sogni, o desideri, solo viva, viva di vita e libera come nessuno mai .

Un giorno sarò felice, così felice da spandere gaiezza dai panieri colmi a piene mani, per essere felice, così felice come nessuno mai.

Amore traboccami e non lasciarmi andare, lasciati graffiare, mordere, strattonare, ma tu non mollare la presa, perché io non so crederci e mi ribello, non so fidarmi davvero, insegnami.

Sono sbocciate le rose


Ancora una volta la terra compie la sua rotazione, Cristo si incammina verso l’Ascesa.

Mi trovo la stessa, drasticamente mutando, con più certezze, accogliendo in me l’incapacità di gestire ciò che non mi compete. Il Fato, il Destino, le strane tristi coincidenze, speriamo di soffrire meno e osando, osando!, speriamo di ridere tanto, di non perdere più qualcuno che amo, di sentire serenità profonda, sfacciatamente me stessa.

E ancora una volta, in questo giorno, il perdono. Facciamoci grandi e abbassiamo la testa, concediamo a chi ci ha inferto il colpo di cantar la sua ferita. Per avere un senso, per non essere venuta da sotto un cavolo o per la mira, assai miope, di una cicogna in viaggio.

In questo giorno, come sempre, sorrido, come una paresi involontaria, facendo sentire altri migliori, fingendo di non aver bisogno di nulla come sempre, così che quello mi basti.

In questo giorno, amo me stessa e mi conservo intatta, con la speranza che, prima o poi, qualcuno mi veda, davvero e mi voglia davvero, per quella che sono, che sorrida o meno.

In questo giorno sono viva e non l’ho do mai per certo, perciò grazie, che ne ho bisogno, tanto, non solo per me stessa.

In questo giorno penso a domani, non posso farne a meno, mi aspetta l’incontro col bisturi a estirpar il nevo.

Quindi, grazie a chi scambia il suo pensiero col mio, creando nuovi intrugli più interessanti della partenza.

Grazie di leggermi, prendermi così, come mi propongo, come mi viene, in tutta libertà di passare e non proferire, di dire, commentare, disquisire.

Bel regalo davvero per chi ama cercare le parole per creare il proprio profilo, delineando man, mano i propri lineamenti.

Per quanto virtuale, qui sono, in un modo così sincero, da inquietarmene io stessa.

Buona giornata a voi che vivete, sotto il mio stesso cielo, siamo già più vicini.