Sottraendo dal tempo la sabbia del suo scorrere,
ho accelerato la fine del suo percorso imperituro,
ho rubato attimi alla mia vita mortale,
ho tenuto in pugno questo nuovo potere!
E poi l’orrore,
un singhiozzo di sgomento,
il terrore mentre il capo
di neve candida pare vestuto
e la pelle ricade senza polpa
e le ossa si incurvano stanche…
Perché?
Quel volto riflesso chi è?
Mi terrorizzava la sua pena,
gli occhi azzurri così piccoli,
così stanchi,
e quel pugno chiuso ,
quell’ossuto pugno stretto…
abbassando lo sguardo inorridisco
contemplando il mio pugno leggero,
mentre gli ultimi granelli di sabbia
sfuggivano disperdendosi tra le dita.