Giacomino scopre il giardino.


Il piccolo raccolse i libri dalla cucina e li trasportò lungo il corridoio, annaspando e caraccollando.

Mantenne la meta ferma come la mira di un arciere e si impose di resistere al peso di quei tomi ribelli.

Una fatica pazzesca!

Il suo timore più grande era che gli sfuggisse uno di quelli grossi, magari quello con tutte le ricette della madre, raccolte negli anni, da ogni dove, e senza un perché , ricette segrete e dimenticate.

I suoi piedini scalzi avrebbero mal sopportato un libro così voluminoso, avevano ragione a dire di non andare scalzi, ma che noia..

Ancora tre passi e la finestra era lì.

Li gettò con un sospiro profondo sul pavimento di moquette, di un marroncino orrendo che ricordava lo sporco, di qualsiasi tipo.

Poi, si mise all’opera e di buona lena li aggiustò per forma e dimensione, creando una pedana sicura.

Giacomino si sentì le dita dei piedi sfrigolare e le arricciò ricordandosi di quei maialini che sua madre canticchiava acchiappandogli le dita.

Voleva vedere a tutti i costi.

Controllò che la finestra fosse ben chiusa e si arrischiò nell’arrampicata.

Fu così che Giacomino si ritrovò incollato al vetro, somigliava tanto a quel geco che aveva visto al mare una mattina: sua madre l’aveva svegliato strillando e lui si era precipitato, o meglio si era avvicinato di soppiatto alla cucina, munito di paletta arancione, per scoprire che una creaturina buffissima aveva scatenato quell’isteria! Un geco bellissimo, ciccio e contento.

Adesso Giacomino pareva un suo fratello, ma gigante, tipo un gormita parlante, quello della foresta magari.

Si accertò di essere stabile sulle gambe e ben incollato al vetro con le mani e poi con un fremito, guardò giù e poté vedere finalmente il giardino dei Verriale.

Lo sapeva, lo sapeva che sarebbe stato splendido!

Una foresta, un intrico di piante giganti, alberi maestosi, arrampicanti fioriti, quella era la selva?

Cosa avrebbe dato per vivere lì, anche se i Verriale non erano simpatici, non salutavano né lui, né sua madre, che diceva avessero la puzza sotto il naso, perciò Giacomino aveva capito subito che a quelli là puzzasse l’alito in modo davvero fetente. Perciò non parlavano!

Ad ogni modo, che importava stare a chiacchierare quando si poteva correre tutto il giorno in un giardino grande come un bosco?

Non gli sarebbe importato nient’altro che correre e inseguir scoiattoli e arrampicarsi sugli alberi, non sui libri di cucina della mamma!

Giacomino pareva perso in un mondo di fiaba, scoprì la nostalgia acuta di qualcosa che non si era mai posseduto, il babbo la chiamava gelosia.

Allora sì, era gelosissimo: voleva anche lui un giardino così.

Mentre cercava animaletti muoversi in quel verde brulicante, Giacomino provò di colpo un forte disagio.

Gli si accapponò la pelle e un brivido gelato gli corse lungo la spina dorsale.

D’un tratto ebbe paura, una paura molto più grande di quella della madre per il geco, si sentì in pericolo.

Un’ombra passò tra gli alberi, un fulmine nero.

Giacomino si immobilizzò.

L’ombra si fermò.

Un lupo enorme stava sotto la finestra, nel giardino dei vicini, col capo chino.

Giacomino smise di respirare.

Il testone peloso si mosse e il lupo sollevò il capo verso il bambino.

Due occhi gialli come oro fuso lo fissarono con uno sguardo intelligente. Giacomino era certo che quegli occhi capissero.

Il lupo sguainò le zanne e gli ringhiò contro minaccioso.

Lo fissò un attimo ancora e poi scomparve, come era venuto.

Giacomino recuperò aria nei polmoni e si calmò.

Un rivolo caldo scese sulle gambe, finendo sui libri di cucina.

Sapeva che quello era un bel guaio, si sarebbe inventato qualcosa, ma non avrebbe mai più invidiato il giardino dei vicini. Ne sarebbe stato lontano!

 

15 Pensieri su &Idquo;Giacomino scopre il giardino.

  1. Vorrei mandarti l’invito per il mio blog privato,ma poichè sono un’imbranata cronica,ti dispiacerebbe richieder tu l’accesso cliccando sul link a destra nel mio grazie e bacio

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  2. Richiesta accettata…poi…
    Ma è carinissimo questo racconto solo che io mi ero tanto entusiasmata all’inizio e poi porello Giacomino,me l’hai spavenatato…ahahahahah…

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  3. Sei tremenda 😉 !! Hai terrorizzato il povero Giacomino che
    era tanto felice :mrgreen: e pure la pipì addosso per il terrore 😳
    Che cattivona che sei 😆
    Scherzi a parte ,hai una fantasia sfrenata e sei bravissima nello scrivere tutto ciò che ti viene in mente!
    Bacioni 🙄
    liù

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    • Ah, ah, povero Giacomino! Ma che devo dire.. a parte che mi fai tanto piacere, le lusinghe me le prendo io! 😉 Ho personaggi in testa e li devo far vivere, se avessi più tempo, più pace, mi darei da fare meglio, ma è un gran divertimento e che senso di onnipotenza! Povero Giacomino, si sarà pure buscato una sgridata…
      Grazie infinite Liù, sei sempre cara e vera, ti stimo molto!
      Bacioni a frotte!!

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  4. hai fatto passare niente meno che un lupo per cacciare la gelosia e invidia. Bella lezione al tenero Giacomino, se la ricorderà :-). E’ sorprendente anche la tua fantasia, ci piaci amicia, ma l’avrai capito ormai :-D. Ti vediamo bene anche per libri per bimbi 😉 ronf ronf kiss

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