Dei racconti e delle ciarle


Eh, come sempre quando decido faccio di getto.

Ci metto a decidere, ci penso, ma una volta presa la decisione faccio subito, e il titolo spero che non sia deludente per chi mi ha seguito fin’ora.

Racconti vien da sé : a me piace raccontare storie, non nel senso che sono una contapalle, ma proprio amo raccontare storie, scriverle per inciso.

Ciarle perché si ciarla, si ciancia insomma, mi piace e così fatto, registrato e messo un qualcosa per sentirlo più mio.

Ora, mi auguro con tutto il cuore di proseguire a scrivere la storia di Dan, senza troppi intoppi, ma si sa, la vita quando ti isoli, ti chiama, quando la cerchi, si sposta!

Bye bye

Trasloco


Ho preso una decisione, che ho pagato.. sperando che tanto lavoro a cui tengo sia salvato e possa continuare al meglio.

Amici miei, solo per dirvi.

Trasferisco tutto qui, un cambio di appartamento, sullo stesso pianerottolo!

Nuove svolte per Ruben-I racconti di Lara e Ruben.8-


Ruben si sentiva tirare, strattonare.. “Sveglia Ruben, sveglia!”

Non era giusto, uno fa appena in tempo a chiudere gli occhi e c’è qualcuno che ti dà un compito da svolgere o ti obbliga a rimetterti in marcia!

“Sveglia Ruben, sveglia!!”

“Lara dai, un attimo ancora, dai, non ce la posso fare..” si girò dall’altra parte.

Lara lo prese per il mento e Ruben non poté evitare di aprire gli occhi.

Restò interdetto. Lara lo guardava in modo strano, le pupille dilatate in quel verde che ora si era fatto cupo.

Ruben sentì che la terra vorticava sotto di lui, era sicuro di cadere in picchiata eppure il suo corpo era immobile, steso sul giaciglio di fortuna.

Lara lo guardava in silenzio, poi, con sua sorpresa, gli accarezzò il volto. Le dita sottili lo sfiorarono con delicatezza, prima la fronte, le sopracciglia, poi le guance asciutte e infine le passò avanti e indietro sulla bocca come fossero piume.

Il solletico lo obbligò a passarsi la lingua sulle labbra e lei di rimando leccò le proprie.

Ruben non sapeva cosa pensare, era ipnotizzato dalla bellezza di Lara.

Le sue lunghe ciocche corvine le ricadevano dalle spalle e lui ne sentiva la pienezza sul petto.

Senza consapevolezza di ciò che si apprestava a fare, ne prese una tra le dita, saggiandone il peso e la portò al viso, incredulo del profumo che pervadeva la sua chioma folta.

Fu irresistibile baciarle i capelli e colto da un impeto misto a commozione le prese il volto tra le mani avvicinandolo da avere il naso a contatto col suo.

Il fiato di entrambi si fece più corto, mentre lei appoggiò le mani sulle sue spalle per sorreggersi.

Lui sfiorò il suo labbro inferiore con la lingua e la sentì tremare sorpresa.

La guardava occhi negli occhi, deciso a non permetterle di evitare il suo sguardo.

Attese.

Lei si avvicinò impercettibilmente, stringendogli le spalle per incitarlo, ma lui aveva il gioco in mano e attese.

Lara sospirò piano, premendosi contro il suo petto in un gesto che non immaginava producesse tanto turbamento in Ruben, ma lui, con tenacia illesa restò a guardarla, sollevando un sopracciglio col solito sorriso beffardo.

La vide che soffriva, il suo orgoglio le comandava la fuga, ma negli occhi lui capiva già la sua resa.

Lara stavolta gli conficcò le unghie nelle spalle, per vendetta, ma perse clamorosamente quando incerta posò le labbra morbide sulle sue. Ruben si trattenne, perché la voleva da troppo e l’avrebbe di getto rovesciata in terra, soverchiandola di peso, premendo la sua impazienza pube contro pube, stringendole i fianchi, leccandole il collo, assaggiandola e mordicchiandola impaziente, ma… Lara, era lei, non poteva.

Le carezzò i capelli con dolcezza, mentre le leccava le labbra con delicatezza. Lei ripeteva i suoi gesti rapita,con gli occhi che gli chiedevano pietà. Giocò con la sua bocca, mordicchiandola, succhiandola e le diede piccoli baci leggeri tutt’intorno, finché fu lei che premette sulle sue labbra e dopo avergli dato un morso un po’ più forte di quel che si aspettava, gli invase la bocca, con prepotenza.

Allora Ruben non poté ragionare ancora, quanto si poteva pretendere?

Rise tra le labbra di Lara e le gremì i fianchi con forza, con un colpo di reni la girò e con la solita aria scanzonata le sorrise vittorioso. Per risposta Lara si avvinghiò con le gambe ai suoi fianchi lanciandogli uno sguardo di sfida.

“Sfacciata!” si gettò nell’incavò tra collo e spalle e aspirò l’odore unico di Lara, perdendo la ragione.

La baciò con una disperazione che non immaginava nemmeno potesse scalfirlo.

La strinse forte, per non lasciarla andare, mai.

“Ho vinto, sei mia!”

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Gorgo si avvicinò a Lara e la cinse per le spalle cercando di confortarla.

“Da quanto va avanti?”

Lara si strinse le braccia al busto sconsolata: “Sono tre giorni.”

“Che facciamo?”

Lei lo guardò con orrore e poi con rabbia, non aveva mai litigato con Gorgo, ma la paura era tanta.: “Che facciamo? Niente! Vuoi lasciarci, vai! Non ti trattengo, non ti obbligo, io..”

Gorgo la strinse al petto mentre lei crollava, per la prima volta,e pianse come un bimbo a cui venga tolta l’infanzia.

“Ce la farà, lo so, è una canaglia tosta, figurati che ti lascia in pace.”

Lara guardò ancora una volta in direzione di Ruben.

“Non c’è modo di svegliarlo, è sotto sortilegio. Se mi avvicino mi stringe e muove le labbra, ma non capisco cosa dice. Non so più che fare, le mie erbe non funzionano.”

Rimasero a guardare Ruben, come se potesse aprire gli occhi grazie alla loro disperazione.

Il nuovo amico peloso di Ruben, che aveva deciso di chiamare Brocco con la solita ironia, si mise al suo fianco.

Lara pianse calde lacrime quando Brocco, spirito protettore emise una nenia dolcissima, che andò avanti per ore.

Forse c’era una speranza, se Ruben avesse capito di non trovarsi in una dimensione reale, forse avrebbe lottato per tornare.