Né fulmine né saetta, affezione.
Una pulce da scacciare, da disprezzare e non c’è comprensione.
Nel tuo sguardo il mio sconcerto.
Un unico sentimento universale. Il rancore globale.
Parole soppesate, trattenute e poi lanciate, con la potenza del baseball player seriale.
E io ti osservo senza sperare, mentre l’anziana sorte penzolandoti sul capo festeggia..
Forse torna, adesso, il prodigo figliuolo da bacchettare.
Poi mi volto e quegli occhi mi tengono, perle d’amore a cui dare il mio sostegno.
Resto fedele al focolare, per amore materno, mentre scolo bottiglie immaginarie e brucio i polmoni di fittizie sigarette.
Dondolando con piede malfermo la sedia che oscilla di fronte al rogo spettacolare di un perduto sentimento.
Mese: gennaio 2013
ADDio
Così te ne vai. In un frullo d’ali tutto ciò che sono stata scompare.
Ti libri verso orizzonti lontani tra fuliggine e venti salati.
E io resto. Guscio spolpato.
Te ne vai compagna di vita, riflesso allo specchio che sbiadisce, mentre strofino sulla superficie, fino a sanguinare, le mani.
Mi inoltro nella folla, di volti uguali, e non sono più la stessa.
In ogni sguardo incrocio la mia confusione, esposta.
È finita. Tutto il film che si riavvolge e s’incendia nell’odore acre della consapevolezza.
Io resto qui e Io scompare. Io resto qui, con lui.
E perdo me stessa.
Fuga
Non sono svanita, ma sono scappata. Non dalla scrittura, ma da me stessa.
Sto scrivendo perché devo esprimere qualcosa e in questo caso sono abbastanza certa di fare un pessimo servizio a chi legge.
Non c’è alcun tipo di intrattenimento in queste parole e nessun tipo di dialogo, solo me stessa.
Sono una persona sempre più chiusa, sempre più ostile al mondo, con dentro un scalpitio di zoccoli pronti a correre, ma il recinto è sigillato.
Ho finito i progetti.
Portò avanti ciò a cui tengo con tutto il cuore. Ho finito i progetti per me stessa, come individuo. Sono face to face e non posso nascondermi, non davanti a me stessa.
Le parole le ho finite, la voglia di scrivere rimane, ma non ne sono in grado, ho perso troppo tempo a saltare da un piede all’altro sperando di essere presa, stretta, rassicurata, amata in modo incosciente.
I sogni sono buon materiale per scrivere, effettivamente, eppure non faccio bene né questo né quello, sinceramente.
Il mio unico desiderio al momento è leggere in ogni momento consentito e barricarmi dietro solide mura di niente, tra futili avventure, incorporei sospiri e parole che nessuno direbbe mai, forse io…
Al diavolo l’illusione di complicità, di condivisione, al diavolo la passione e tutte le cazzate che ho coltivato nel cuore, come la persona sola che ero crescendo e che resterò per sempre.
Non esiste l’alta definizione, non sembra più vero del vero, lo è. Se il mondo non è opaco, lo sono gli occhi che lo guardano.
Sono sempre stata in equilibrio con un piede nella concretezza e l’altro nel cielo più alto e incorporeo, ne ho sempre avuto bisogno. Ora mi siedo e non ci voglio pensare. Non voglio pensare a niente, mentre il giorno segue quello dietro e faccio finta che mi vada tutto bene, perché le cose vanno bene, e c’è troppo schifo nel mondo per lamentarsi, così mi tappo la bocca e mi incazzo per quel peso nel cuore che non ho nessun diritto di avere, non credevo davvero che avrei avuto diritto di rifarmi ?
Non so cosa mi abbia fatto credere da bambina che a risarcimento di un’infanzia infelice e un’adolescenza di merda avessi diritto a una vita con tanto amore da scoppiarmi il cuore!
Ho avuto molto più di quel che sentivo di meritare in fondo e non voglio lamentarmi, non devo. Perciò fuggo tra pagine sognate da altri e non mi peno neanche di scriverle da me.
Un abbraccio a chi è sempre stato presente con tanto affetto, sappiate che è un affetto ricambiato.