Arrivarono curvi, dimentichi del tempo.
“Lara!”
“Ah! Ruben, ma che fai?”
Ruben stringeva Lara tra le braccia, dopo esserle corso incontro e averla sollevata da terra con sommo sbigottimento dei ragazzi che stavano rientrando.
“Ehi ragazzo, non ti sembra di essere un po’ grandicello per fare le feste così?”
Ruben posò Lara e la spinse oltre le proprie spalle, scrutò torvo l’altro: “Cosa vuoi? Dico sinceramente, chi ti conosce? Non sai chi sono, ma hai già deciso che non valgo il pelo di quella tua barba immonda.”
Rock sgranò gli occhi e si morse l’interno della guancia per non ridere, non c’era gusto a prendere in giro quel ragazzo, in fondo erano quasi coetanei.
“Immonda dici? Eppure pensavo di avere il mio fascino. Io non credo che tu non valga; a dire il vero non mi sono posto il problema. Non era mia intenzione offenderti. Cerca di capire che non è stato facile questo incontro.”
Ruben si ritrovò ad arrossire, cosa che detestava in assoluto: diventare di un unico colore la testa completa!Non aveva pensato, la gelosia, il possesso erano imperanti e non aveva pensato per un solo istante allo strazio dell’altro.
“Ok, sì. Tregua. Entriamo e mi spiegate dove diavolo vi eravate cacciati in piena notte, lasciandomi come un coglione da solo.”
Lara gli pizzicò il fianco e Ruben sussultò per poi voltarsi.
“Ciao. Ci sono anch’io, ricordi? Il tuo capo. Ora, se hai dato sfoggio della tua mascolinità, ti pregherei di smetterla di fare lo stronzo.”
Se possibile Ruben si fece ancora più rosso e fece cenno agli altri di seguirlo nella casa del minatore.
Rock allora scoppiò a ridere.”Troppa grazia amico mio! Mi inviti ad entrare in casa mia?”
A quel punto l’imbarazzo scaldò le orecchie di Ruben così tanto che lui affrettò il passo per non mostrare il volto.
Di fronte alla porta stava Gorgo sconsolato.
Una scossa lungo la spina dorsale preannunciò a Lara un presagio fosco.
“Parla Gorgo”
Il gigante si tirò le trecce scontento.
“Mi dispiace capo. Tuo fratello sta arrivando.”
Ruben guardò Lara:”Il predestinato ci ha raggiunti.”
Lei chiuse gli occhi, per un attimo sconfitta.
Rock le strinse il braccio confortandola con una lieve stretta:”Finalmente posso aiutarti.”