Se tu pensi allo spazio, nel suo essere cosmico, non puoi prescindere dallo smisurato senso che esso, in quanto infinito, ha di sé.
Deducasi quindi, l’inalterato prefigurarsi di continui e mutabili scenari galattici che intrinsecamente alla psicanalisi oggettiva del sentire individuale, portano alla deriva di quelli che sono i nostri primordiali istinti: quali il possesso di sé, degli altri e di tutto ciò che percepiamo con i ben noti cinque sensi.
Si necessita perciò più approfondita analisi della relazione pseudoriduttiva tra essere o anche dicasi stare, nel mondo tra spazio e tempo, non considerando i costi evolutivi.