Ossessione di te


“Lasciami.”
Ma non fuggivi, non tiravi tu e restavi immobile a fissare il pavimento. Duro come il mio desiderio di te.
Ti stringevo e cercavo il tuo odore, fra i capelli, nelle orecchie a conchiglia, sul collo liscio, caldo e teso.
“Lasciami.”
E un po’ di più ti appoggiavi a me, per esserne certa, per saggiare il tuo potere, mentre io ti tenevo, prigioniero del mio bisogno di te.
Pensavo fossero le forme, pensavo fossero le misure, ma quando ho perso ogni valore, ogni grammo di onore per te ho scoperto il segreto, il mistero dell’ossessione: il tuo odore.
Certe donne usano litri di aroma floreale, studiato per inebriarti i sensi, ma la carne è animale, è altra cosa, meno sofisticata, e ho sorpreso me stesso, quando ho scoperto te.
Una così non l’avrei guardata due volte, prima. Carina, un po’ maliziosa, una donna insicura, di quelle che c’è chi le nota e chi non le vede per niente. Poi, non lo so, non lo so bene..
Un giorno sei lo stronzo arrogante di sempre, e il giorno dopo un semplice sguardo ti folgora. Siccome io sono un bastardo curioso e non mi levo un prurito finché non ho la pelle sotto le unghie, ci ho rimuginato. Stai a vedere che quella faccina lì ha delle idee…
E così mi sono condannato, io, per mia volontà, da solo.
Più scappavi e più correvo e se ti fermavi poi, io ho perso il cervello!
Mi vergognavo di starti dietro e non me ne fregava niente se ti offendevo, io non potevo, dai, certe cose si sanno: non eri cosa per me.. non vanno così le cose, non l’ho deciso io.
Non è solo il fisico, bisogna sapersi muovere e a te non è che fregasse molto del mio ambiente: io sono quello in cima e tu stai alla base, è un dato di fatto.

Finché il pollo non si gettato dalla piramide per un po’ di pelle, un po’ del tuo calore.

“Lasciami.”
Finalmente mi guardi e io adesso dovrei riprendere sangue al cervello? No, impossibile, è sceso tutto, tocca! Ma mica te lo dico, che a trattarti male non riesco più, non mi diverte, perché quelli come me tu non li hai mai cercati e non mi correrai dietro. Io, non lo so, non lo so se posso tornare su, magari resto qui ancora un momento.
Se poi, mi guardi la bocca, io non posso, non posso che mangiarti.