“Oddio, non sarà questo, non sarà neanche questo a buttarmi giù.”
Parlo da sola nell’utilitaria soffocante, per il caldo e per il mio malumore.
Batto i palmi delle mani sul volante. Perché volante?
Io divago sempre pericolosamente, anche in compagnia: se mi annoio, io mi astraggo, non ce la faccio proprio a sorbire il nulla pensiero di altra gente.
Come farò, quella matta mi ha incastrata! Non passi mai dice, stai sempre sola, non t’importa di nessuno.. e il mio orgoglio sopito,si sveglia proprio allora! Non è colpa mia, è quell’orgoglio del cavolo che non uso mai e funziona al momento sbagliato.
Non sapevo cosa portare, io non basto di sicuro, del vino supplisce? Almeno ci ubriachiamo e possiamo ridere, senza alcun motivo. Se poi mi sbronzo, collasserò sul suo bel divano e non sarebbe la prima volta.
Mi controllo allo specchietto, grosso errore: ora, sono in paranoia. Trucco. Poco, troppo? Perché mai ha detto che potremmo non essere sole? Io voglio essere sole!
Non mi va e che male c’è? Sono una persona tranquilla..
“Ma come cazzo guidi, coglione!!!”
Sì, sì, ridi scemo. Uomini, sono sempre loro: svoltano senza freccia, superano uno più grosso e più veloce, e rispondono al telefono solo mentre guidano. Uff! Calma, calma, ecco lì, la casetta perfetta col giardino fiorito. Chi mai penserebbe che la proprietaria è una pazza nevrotica?
Se solo non la adorassi tanto!
Eccola che mi apre senza che riesca a suonare il campanello .
“Tesorooo! Amore, ma perché ci hai messo tanto? Dai, dai, via quel broncio, su entra. Bacio. Vino. Bene!”
“Sara, non mi potresti far respirare almeno?”
Mi agguanta il braccio e sono in cucina in due secondi netti.
Wow. Non siamo sole.