Ti aspetto #7


La camera è la stessa di sempre.
Mojo la riempie, come mai prima e io mi ritrovo ad osservarla con occhi nuovi. I suoi?
Il letto è rifatto, le lenzuola colorate, come il mare, i suoi occhi.
C’è il cuscino a forma di cuore che mi ha regalato lui, strapazzato per quanto lo stringo la notte.
Una storia finita e non ricordo neanche il nome del ragazzo per cui piangevo, ma è indelebile il conforto di Mojo e il suo dono morbido ancora lì.
Accende lo stereo e Janice graffia le pareti con Summertime, è così conturbante…
C’è il mio solito disordine, mai troppo da passare per una sciattona, quel che basta per non fare sentire gli altri inferiori a me.
Ci sono suoi regali ovunque: un profumo, un poster, una sciarpa, le nostre foto.
Non riesco neanche a immaginare come un altro uomo possa aver mai pensato di far parte della mia vita.
Ora è tutto chiaro, alla luce del sole, il nostro legame.
Sarà chiaro anche a lui? E’ un po’ scemo a volte.
“Sei scemo Mojo.” Eccola, di nuovo!
“Wow, questo sì che è… eccitante?” Mi guarda perplesso. “Dovrei darti della stronza adesso e poi dire che sei la mia tr..”
Lo interrompo subito! “Mojo! Non è un gioco zozzo!”
E ride, ride così libero, bello. Quant’è bello! Mojo mi salva, mi allegerisce e mi raccoglie.
Rido anch’io e lo abbraccio stretto.
“Sei scemo, scemo, scemo, scemo, scemo….”
Mi avvolge teneramente.
“Ho capito Lalla. Ho capito tesoro, e tu l’hai capito solo adesso?”
Appoggio la guancia sul suo petto, lo bacio sul cuore.
“Non lo so, forse. Sono stupida? Lo so che ho tenuto tutti a distanza di sicurezza, forse ti aspettavo.”
Grugnisce. “Cosa dovevi aspettare?”
Gli pizzico il fianco e urla sorpreso. Ben gli sta!
“Aspettavo che ti svegliassi! Perché non hai mai provato, perché le altre?”
Mi prende per i capelli, un po’ seccato mi solleva la testa e mi guarda serio, un po’ ferito.
“Perché gli altri? Perché parlarmi di loro? Ho dovuto accontentarmi. Sei la mia migliore amica, un’amica tremenda, ma la migliore.”
Mi lacrimano gli occhi, non è per i capelli.
“Tu l’hai sempre saputo? Allora, sono io che sono scema. Sei così bello Mojo, non potevo permettermi di pensarti in quel modo e sei il mio migliore amico. Nono posso perderti.”
Mi bacia, come una carezza, un tocco leggerissimo di labbra, la lingua sul labbro inferiore, e io come un fiore mi apro e gli do il permesso. La sua lingua sulla mia, non chiedo altro.
Mi spinge sul letto e per la sorpresa strillo. Una donna elegante fino all’ultimo.
Lui ringhia e mi punta, il cuore mi sobbalza nel petto e il respiro si fa corto. Quello sguardo potrebbe strapparmi le mutande, per fortuna è già stato risolto.
“Ora, tu sei mia. Ora, io entro dentro. In fondo, duro. Non ci saranno superstiti Lalla, capito?”
Come, cosa? Stiamo ancora parlando?
“Moooojo…” Miagolo, letteralmente e potrei anche fargli le fusa per quel che ne so.
Avanza piano e deciso su di me. La sua carne piena e calda ad ogni movimento mi carezza, lasciando una scia umida . Quanto è erotico tutto questo? Non resisto e l’afferro.
Mojo si blocca con gli occhi chiusi e le labbra socchiuse, sembra perso per un momento.
Scosta la mia mano fissandomi serio.
“Basta scherzare micetta, ora facciamo sul serio.”
Con uno scatto inatteso, solleva le mie gambe e mi avvicina .
Squittisco e mi beo dei suoi muscoli tesi.
Lui apre un po’ le braccia e di conseguenza le mie gambe.
Il suo sguardo, neanche a dirlo, è inchiodato alle mie grazie non più nascoste.
“Oh… Lalla! Tutta liscia… che viziosa, che cattiva, cattiva, liscia, bellissima Lalla, sei!”
Sembrava avesse un senso, invece è tornato ammutolito, con lo sguardo giù.
Sospira, vinto, indifeso, abbassa le braccia.
Inizio a preoccuparmi.
“Volevo entrarti dentro, subito. Lo voglio ancora, però.”
“Però? Che c’è Mojo?”
Solleva lo sguardo, sembra febbricitante, i suoi occhi sono così lucidi e offuscati.
“Devo leccarti, devo, devo.”
Ok, questo è beh, imbarazzante ed è imbarazzante la reazione del mio corpo a tutto questo.
“Ecco, Mojo.. Ah!”
Mi guarda in silenzio, mentre con un dito sfiora leggerissimo la mia fessura. Potrei morire adesso, una piccola morte perfetta!
“Dimmi Lalla.”
“Stai scherzaaaaaando?”
Mi sorride adesso, certo. “Sei così, non c’è altro modo di dirlo. Sei fradicia.”
“A quanto pare un modo l’hai trovato.” Sbuffo, tra un ansito e l’altro.
Lui non si ferma, oh no. “Sei fradicia per me Lalla. Questo è il mio premio.”
Ora gli farà schifo? “Va bene se hai cambiato idea. Ah, sì, mmmm, va bene lo stesso…”
Lui sfiora il bocciolo turgido e si sposta indietro. “No, Lalla. Non hai capito. Il mio premio ora io me lo mangio.”

 

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