Mojo mi mangia, mi bacia.
Con labbra morbide mi carezza, come sulla bocca prima, si posa sulla mia carne fremente.
Nulla sarà più come prima, in me, tra noi, nel mondo, perché è troppo, troppo…
Strofina la sua bocca meravigliosa su di me e lecca con pigrizia infinita.
Nessuna durezza nelle sue carezza, è commovente quanto mi eccita.
Non c’è un uomo migliore al mondo, non c’è un piacere più grande del mio, in questo momento.
Fa solo che non finisca adesso per favore!
Sento che rallenta, abbasso lo sguardo e mentre mi bacia intimamente mi osserva.
Ooooh, sto per, non voglio, non ancora…
Inarca un sopracciglio e sporge la lingua sul bocciolo, quel duro nocciolo esposto.
Mi osserva mentre scuote lentamente la testa, sembra dire no, invece sta solo passando le labbra umide su di me, sulla mia vetta sensibile.
Non posso farcela, c’è qualcosa di più erotico?
Stringo i denti, sento le lacrime salire: quanto è troppo? Quanto?
Mi tremano le cosce, è imbarazzante, sembro scossa dalla corrente… Mojo mi tiene, mi tiene stretta da fare male e con lo sguardo di chi sta per lanciare un colpo sicuro, affonda su di me e morbidissimamente succhia, con una delicatezza che mi scuote, mi strappa e mi lancia in orbita!
“Moooo…. moooo… oooo….”
Non ci sono più, sono oltre, solo colori, l’universo che nasce davanti ai miei occhi, l’amore è tutto e l’unica cosa, e io sono ovunque e per sempre.
Sento baci sulle cosce, piccoli morsi.
La sua splendida durezza scivola una volta ancora sul mio ventre.
“Apri gli occhi.” Solo un sussurro a cui obbedisco subito.
Che bello Mojo, che bello sei .
Sorride, strofina il naso sul collo, mentre danza su di me, scivola su di me, aspetto l’affondo, ne ho bisogno.
“Ne ho bisogno…”
“Lo so. Lo so che ne hai bisogno. Anch’io ne ho bisogno, troppo Lalla.” Bacia la mia fronte sudata e poggia il capo sul mio, sembra distrutto e possente insieme.
I suoi fianchi si muovono piano su di me, è così vicino, basterebbe che spingesse…
Si solleva suoi gomiti, il collo contratto, mi sporgo a leccarlo e con colpo e un grido di sorpresa mi prende.
Mi manca il fiato, è un piacere così intenso, così invadente!
Si muove appena e sento le dita dei piedi contrarsi. La mia spina dorsale è una chitarra di corde che vibrano, che musica!
“Mojo, Mojo, stringimi.”
Lui si abbassa e mi accontenta, mentre i suoi fianchi sono impietosi su di me, non è delicato per niente.
Grazie!
Sollevo di più le gambe, non deve restare spazio tra noi, ora scivola fino in fondo a me.
“Lallaaah… così non vale…” mi morde il collo, e parte un assolo.
Si solleva un po’ e mi guarda, mentre colpisce incessantemente, mi prende, completamente.
Con una mano afferra un seno e lo divora, non è più tempo di gentilezze, e ogni sensazione si concentra nel mio ventre.
Troppo, troppo, muovo i fianchi e neanche so il perché, ma gli vado incontro istintivamente.
Sbatte forte contro di me, al mio udito è quasi vergognoso, eppure non provo imbarazzo, solo una passione fuori controllo.
Volto la testa e bacio il suo braccio, la sua testa china sul mio petto, ho bisogno della sua bocca, adesso!
Con una spinta forte torna su me, e mentre ci baciamo sciattamente, le lingue che si cercano nella marea dei nostri movimenti, rotea il bacino e io esplodo, colpo, dopo colpo, senza ritorno.
“Sì!”
Mojo, grida, grugnisce, ruggisce chinando il capo sconfitto, l’orgasmo lo afferra e se lo porta.
I suoi fianchi continuano per conto loro e sento che spilla in me ogni parola non detta, goccia, dopo goccia.
Mi bacia ovunque, con tenerezza e mi tocca.
“Sei vera?”
Piango perché sono scema, totalmente persa.
“Solo se lo sei anche tu.”
Si sposta sul fianco e mi stringe a sé.
Siamo sudati, l’odore di noi è penetrante.
Stringe il mio capo al petto e mi bacia i capelli.
Mojo, la cosa più bella.
Sono terrorizzata dal mondo che gira e dal tempo che scorre e tutta la gente che si sposta.
Che ne sarà adesso di noi?
“E adesso?”
Stringe di più e sospira.
“Adesso sono felice.”
“Che ne è di noi adesso?”
“Che vuoi che sia? Noi è un noi, no?”
“Allora siamo un noi.”
“Lo siamo sempre stati Lalla.”
Vorrei morderlo adesso, ma perché fa finta di non capire?
“Devi partire.”
Sospira ancora.
“Non devo, ma partirò. C’è un noi e partirò. Tornerò, lo sai. Un anno nella vita Lalla. Non è molto.”
Piango e chi se ne importa se lo bagno, voglio che ogni mia lacrima attraversi i pori del suo petto e trovi la via del suo cuore.
“Tu cosa farai Lalla nel frattempo?”
La sua voce è un po’ incerta.
“Cosa farò? Lo sai.” Lo guardo, gli sorrido.
“Ti aspetto.”