Il lago è fermo, le sue acque immobili riflettono l’ambiente e i miei umori.
Non fidarti, tutto ciò che è fermo nasconde l’abisso che attende.
Sotto la superficie ogni cosa si confonde, la meraviglia si perde.
La limpidezza rivela la melma che afferra e non rende.
Seduto immobile, congelato nel quadro che osservo da dentro, il mio tormento si muove, ma non trapela.
Ogni vita che ho preso, ogni volto per sempre fermo in un sorpreso orrore, chiama il suo pegno.
Ho servito con onore, le medaglie splendono, le mie acque brillano.
Il mio inferno si nasconde, brucia di fiamme che lambiscono ogni mio umano sentimento.
Resto qui, sulle sponde del lago ad attendere che il mostro mi divori o mi porti con sé.
Davvero un bel testo… un mostro che aspetta un mostro, interessante
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Grazie, è così. Un mostro riconosce un altro mostro e la solitudine che porta dentro, in più l’accettazione di una pena che equivalga a quella inflitta.
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