Mi ha chiesto di aspettarlo qui, dopo l’allenamento.
Ho accettato, ma non c’era modo di alzare lo sguardo, ora mi vergogno terribilmente per la figura da imbranata.
Questa cosa nuova mi turba, lo volevo, ma ora desidero solo tornare indietro, magari di un giorno.
Guardarlo passare con le amiche e sospirare è stato sfibrante, volevo che mi notasse, non ho sognato altro.
Il suo volto impresso nelle mie palpebre abbassate mi ha accompagnato ogni sera.
Ora sono sola e non sono abituata ad affrontare da sola, questo.
Questo non so cosa che è un’incognita. So accettare le mie emozioni, so vivere il mio bisogno di lui, ma non so assolutamente come interagire con lui.
Fino ad ora ho potuto immaginare e lo so che non mi basta, ma non sono pronta alla certezza. Saprò se gli piaccio, saprò se mi piace davvero.
Potrebbe ridere di me, potrebbe intimarmi di smetterla di guardarlo. Potrebbe non piacermi così tanto, come è successo con Gianni che alla fine l’ho evitato per giorni, perché non potevo sopportare di ferirlo e chiarire che non mi piaceva come credevo. Come speravo.
Non voglio dare un bacio di cortesia, per non ferire i sentimenti, per non umiliare e soprattutto fare la figura dell’idiota.
Eppure mi piace, mi piace in un modo esagerato, troppo. Voglio queste emozioni, allo stesso tempo però vorrei sentirmi in pace, così potrei concentrarmi su me stessa e gli obiettivi da raggiungere.
Come faccio a studiare quando mi sento così, ma non dovremmo andare a scuola a trent’anni, quando le emozioni sono più chiare?
Hanno finito, stanno passando i suoi compagni, che imbarazzo assurdo… uno ride e dà una gomitata all’altro, quello dietro mi fa l’occhiolino e quattro mi guardano male. Che c’è?
I maschi sono cretini, sempre gelosi delle ragazze degli amici, ma se non ci ho praticamente parlato ancora!
Mi volto di spalle, non ce la faccio, proprio non riesco ad affrontarlo, mentre si avvicina, mi sento la faccia di gomma.
Devo solo dare un’occhiata, veloce.. eccolo! Mi sorride e alza il braccio, aumenta il passo e comincia a correre.
Il mio cuore.
Posso avere un infarto adesso? Si è mai sentito che l’emozione sia fatale?
Non ce la faccio, non ce la faccio.
Troppo bello, è così sicuro, non so che dire.
“Ehi, mi hai aspettato.”
Il suo sorriso è il sole. Non so evitare di sospirare.
“Certo, eravamo d’accordo. Vero?”
Guarda in basso e si preme la mano sul petto, forse non è così sicuro. Di me?
“Ok, scusa. Camminiamo, e poi, non so , ti offro qualcosa da bere?”
Non saprei dirgli di no, neanche se dovessi e non voglio comunque.
“Certo, sì. Grazie.”
Camminiamo in silenzio e la sua spalla sulla mia brucia, le sue dita sfiorano le mie mentre le braccia oscillano seguendo i passi.
Lo sbircio con la coda dell’occhio e anche lui mi sta sbirciando. Ridacchiamo e la tensione si allenta finalmente, ma l’emozione è alle stelle.
Passiamo in una zona tranquilla e lui si ferma di colpo.
Lo guardo.
“Scusami.” Sussurra.
“Per cosa?” Ha cambiato idea?
Lascia cadere il borsone con un tonfo e mi abbraccia, sento il mio cuore o forse il suo, sembra stia per scoppiare.
Strofina la guancia sulla mia, sospira, le sue mani tremano sulla mia schiena, si allontana leggermente e le sue labbra sono sulle mie.
Il mio primo bacio, bellissimo, nostro, indimenticabile, unico.