mi avvolge di te l’odore e torno in sale abbandonate,
bambina che corre tra le stanze,
nel tempo che non è più.
posso quasi toccare il legno scuro e tracciarne le rughe,
come le tue che a me parevano gemme,
a te parolacce.
la pace che trovo, il groppo in gola e l’abbandono,
non è più e il mio attaccamento?
come fumo tra la nebbia.
non c’è più nulla, spazzate via le stanze, i volti,
perso tutto di mano in mano,
neanche una fotografia.
ho sognato forse il sole sulla pelle? le foglie..
storie e libri di altri giorni e le emozioni
ancora posate, lì.
Ho il ricordo, solo le voci e gli odori,
come abiti e naftalina, da riporre,
per conservare.