un taglio netto, inciso sulla pelle,
un sorriso sghembo
una lama che lacera e apre
parole di plastica che bruciano
l’odore è acre.
l’abisso fumoso intinge le vesti di inferno
volteggiando si cade
più in alto di ieri
nel mondo capovolto
si vola
case, cose, città di carta e fiamme di ossa,
volando si cade su
chi muore ricorda
e rimane affisso
sulla porta
l’uscio si chiude e tutto si scorda
di giochi, di brame
voglia di te
l’oblio lava
e culla.
non resta che il sogno e il bardo
il canto e l’illusione
la festa e il terrore
tra vita e morte
l’attesa.