Per te


Mi accompagni scivolando,
le parole assapori
e io
traghetto i sogni.

Fiammanti colori,
sospirati odori
e tu
mi rinnovi.

Maledici i sensi
di tanto dolore
e noi
sappiamo amore.

Tu che leggi
mi conosci
ed io
sono voce.

A te che dai un senso
per te che incroci,
un solo pegno:
ricordami.

Sgranocchiando delusioni


Viaggio sola, cinque minuti e l’auto scorre , la musica bassa, perché a te non piace… perché?

Sono sola, perciò alzo il volume e il sangue risponde e prende a pompare, le vene che vibrano.

Slow motion, osservo con distacco le persone, pare un video musicale, un gioco, sono solo persone.

Un po’ mi spaventa e un po’ di più mi attrae questa possibilità di guardare senza sentire, senza essere parte del quadro.

Perché non ti piace la musica? Per non sentire, per non godere dentro?

Il sesso è un impulso del momento? Io insisto a pensare che la massima eccitazione sia il preludio, il cercarsi, lanciare una corda che sempre più tesa fa torcere le viscere.

Ognuno ha il suo pensiero, c’è chi fugge qualsiasi aspettativa, chi non regge il gioco e basta un’erezione per far sesso.

I pensieri viaggiano da soli e non mi va di ingabbiarli; la stanza buia per me a volte è un rifugio e il sole un isterico grido sparato in faccia.

Colleziono le sensazioni come monili preziosi e sempre più spesso mi scopro intollerante verso l’inutile spesa di parole vane.

A volte, ne sono certa, mi beccano. Sento i miei muscoli facciali immobili e so di avere uno sguardo vacuo e in quel momento mi correggo: sbatto le ciglia e partecipo all’argomento. Sono troppo educata, no. Mi dispiace davvero che io sia così annoiata, non è colpa di chi mi sta di fronte.

Basta, sento il tempo, va, va via in ogni istante la mia vita, si sgancia da me e io ho rabbia.

Ho accettato troppe cose che non volevo: per pigrizia, vigliaccheria e ignoranza. Insignificante, ciò che sono e per troppa onestà verso me stessa, so essere vero.

Volevo quei monili preziosi, quelle emozioni che non capisco perché ci neghiamo.

Dico sempre che amarsi è l’unica cosa gratuita e non si esaurisce, eppure, pare impossibile.

Darsi, cercarsi, desiderarsi è impossibile. C’è troppo altro a cui dobbiamo votarci. Se potessimo tutti smettere di distrarci, immagino crollerebbe tutto un sistema, un’impalcatura che regge il pianeta.

Chissenefrega di gadget e mazzi vari, se a casa puoi giocare tra le braccia di chi ami?

Anche lì, gadget a vendere… ma che te ne fai di sex toys se non c’è la devozione? Se non c’è uno sguardo profondo che incendia dall’interno? Un’erezione e una buona lubrificazione… sono amore?

Voglio ribellarmi a tutto questo, questa vigliaccheria di non farlo seriamente l’amore! Senza ridere e mascherare l’imbarazzo di non sapersi spogliare l’anima, senza quello sguardo non è eroticamente corretto.

Il tempo scorre e il mondo con esso, o forse dovrei dire che la gente si affanna dietro un pallone che corre, ma non sa che la strada è in discesa, perenne.

Passi all’alba


l’alba tra le strade inglesi,
odori stranieri,
battiti in corsa,
e cercare
un freno
per stare
per vivere
un’emozione nuova.

Ho camminato per quelle strade all’alba, da sola, quando i passi sono soli,
quando i contorni non hanno colori e tutto sfuma in un tenue bagliore.

Ho provato paura, timore, l’emozione intensa di vivere e rischiare,
di esserci al di là di chi ti aspetta o dimentica,
ho sperato di trovare pace a quel battito e non perderlo nell’ombra.

Raramente ricordo di quell’ora unica, quel tempo folle immobile,
la pazzia di sentirsi vulnerabile e voler vincere la paura,
mentre il mondo si sveglia dai sogni e tutto rinnega.

Forse in quell’istante gli sguardi sono aperti e tutto si mostra,
forse i contorni sono reali e gli odori cantano
tutto ciò che scorre e gira intorno.

Passi che mi calpestano l’anima
ancora e ancora.

Di fuoco e acqua


La materia dei sogni
Si scompone e ricompone
In stelle luminose
Che accendono e scaldano
Fiamme ardenti e passioni
Di amori cocenti.
Ho sentito l’odore
D’un fuoco che brucia
E il calore sul volto
Una carezza suadente
Che m’ha portato lontano
Come cane al guinzaglio.
Ora guardo altrove,
Acqua che scorre e canta
La mano immersa
Per lavare via la faccia
E cercare freschezza
Da un antico calore smarrito.

Insoddisfazione


Quando stai di fronte allo specchio

un corpo e un’anima,

lo sguardo ferito

e allungando una mano

la ritrai toccandoti il petto

e ascoltando il palpito

che s’accelera al respiro

replichi senza tema

di smentite in arrivo:

“Sono meglio di te,

sono meglio di te,

sono meglio di te…”

Pensieri sulla carne, sulle ossa e sull’Aldilà


 

E così siamo fatti di carne e di ossa.

Io non l’accetto fino in fondo, non mi va la fragilità di questo mucchio di cellule, non mi va di pensare a quanto lavoro si compie in ogni istante solo per concedermi di stare qui, seduta, a blaterare al pc e il mio corpo si strugge per questo!

Fluidi che scorrono in ogni dove, muscoli che si flettono anche solo per sbadigliare, ossa che sostengono tutto, un’impalcatura sempre resistente.

Io che vivo di parole, ma ho una mente concreta, mi sento sopraffatta da tanto, è troppo rischioso.

Altro che paura dell’aereo, ho paura di essere in un corpo!

Chiamate pure la neuro, ma a rifletterci bene..

Molti hanno paura di salire su di un aereo: e se poi si fermano i motori, e se c’è una perturbazione forte, e se il pilota è ubriaco, e se il pilota non c’è, e se la hostess è una del terrore…?

Sì, vabbè..

E se il mio cuore si ferma, e se le mie cellule si ammalano e se il mio cervello non connette..?

Non è come piace a me, non è come i personaggi che amo, letti e inventati, io ho la scadenza e quando ,per vari motivi, devo leggere quest’etichetta, beh, non mi piace!

Non leggerò mai tutto ciò che vorrei, non scriverò mai il libro che sogno, non vedrò mai il mondo che mi incuriosisce..

Mi basterebbe sapere: che c’è, chiedo troppo?

Sì, la fede, io sono cattolica, io credo, ma vorrei i particolari, che vita è dopo?

Me lo chiedo davvero: qui la disperazione condita di passioni umane e là?

Perfezione? Caduta di ogni desiderio? Felicità totalizzante?

Allora, perché mi dispero al solo pensiero di non avere più storie da immaginare, o gli abbracci, gli abbracci!

Forse che più passa il tempo e più vedo le cose belle di questo nostro umano tribolare?

Non so, ma la parte delle tenerezze, del calore, della fantasia, io non so perderla.

E che qualcuno mi spieghi, che parli: come si vive dopo?

In ogni vita


Quando il vento spirerà su campi, pettinando i fili d’erba, io sarò con te, vita nuova.

Quando i fiori addobberanno i peschi, allietando la tua vista, io sarò nel tuo sorriso.

Nella pioggia cadranno le mie lacrime, nella rosa il mio amore per te.

Onda su onda danzeranno i miei pensieri, i miei sogni cullati dal mare.

Nascerà un usignolo col mio canto per te, nel suo frullo d’ali il mio spirito libero.

Sarò nel mondo la natura nuda, sarò per te speranza antica.

Per sempre vita in ogni sospiro, in ogni anelito d’amore.

La mia vita un anello, in questa catena d’anime.

Filosofia spiccia


Il mio continuo coltivare, mietere, raccogliere, consumare, ripiantare pensieri è filosofia spiccia. Ne sono consapevole.

La macina gira e continua a girare, mentre stritola le mie riflessioni senza fine, né meta, né soluzione.

Ne farò il pane con cui dare vita, alle mie parole, a chi mi sa ascoltare.

Nutrimento per lo spirito che accoglie e che vive inquieto, in attesa di risposte, impastando domande.

Affondo le mani e poi batto e ribatto la sfoglia, finché si scalda, finché è morbida e poi modello la forma, come più mi piace.

Ogni volta è un nuovo pane, la fragranza mi è familiare. Un segno, una croce, in segno di rispetto.

E’ qui, in tavola, offerto al commensale.