L(ove)G(enerosity)B(eing)T(rustful)


C’è il pensiero generale, universale e quello individuale.
Partendo dal personale, dal proprio vissuto nasce la comprensione per formare un concetto che si applichi a una situazione generale.
Io sono una donna e in quanto tale ho provato la sensazione in vari momenti della mia vita, fin dall’infanzia, di appartenere ad una categoria discriminata, seppur non una minoranza nei numeri.
Una donna ha paura della forza fisica dell’uomo, non costantemente, ma ne è sempre consapevole. La paura di uno sguardo minaccioso, di qualcuno che ti segue per strada, chi non l’ha mai provata?
Non è solo l’essere vittima, ma l’essere una vittima potenziale.
Sperare che l’uomo con cui si sta sia un brav’uomo, che tuo padre non sia violento…
Essere valutata di minor valore, anche economicamente in campo lavorativo ed ottenere elogi sorpresi se particolarmente razionale e analitica.
A volte ci ribelliamo al bisogno di protezione, vogliamo essere noi stesse, esprimerci liberamente, ma dipende dal luogo di nascita, dal grado di cultura dell’ambiente in cui si vive, dal momento storico.
La condizione di relativa libertà della donna non è una certezza ed è sempre a rischio.
Come può quindi una donna essere intollerante? Come può una donna fingere di non vedere la propria condizione e non muoversi a comprensione di chiunque subisca un atto di ingiustizia?
Da che sono madre ho sentito sempre più forte l’empatia con altre situazioni di discriminazione, in particolar modo mi si stringe il cuore per l’incredibile ingiustizia che continua nei confronti del mondo LGBT. Non è un mondo a parte, non vi fanno parte altre persone, ma così pare ad alcuni.
Tra le battutine penose che giravano tra alcuni amici quando avevo i figli piccoli (e se fosse gay? noooo…, non baciatevi tra maschi.. e cazzate simili), mi sono posta la questione “e se fosse gay”?
Che mondo avrebbe affrontato, che madre avrebbe avuto al fianco?
Io sono una madre rompiballe, a detta dei miei cari, ma non svicolo, affronto e faccio affrontare, sempre con i giusti spazi e tempi.
Fin da piccoli i miei figli sanno che le persone sono tante e varie e varie sono le inclinazioni sessuali, ma non serve parlare di sesso esplicitamente a un bimbo piccolo, sa perfettamente che ci si può piacere e tanto basta. C’è a chi piace quello o quella … non importa.
Io ho premuto il tasto sul valore della persona, sul genere poco mi importa, da chi saranno attratti sarà loro naturale, non è affar mio, io posso solo augurarmi che siano felici, ma so che soffriranno. Si soffre l’amore.
Ho avuto a che fare con ragazzini per un periodo e non ho mai tollerato che per presa in giro volassero termini omofobi, come neanche termini che indicassero handicap come offesa e cose simili. Non siamo più negli anni 80 grazie al cielo. Soprattutto ciò che crediamo appartenga e coinvolga altri è sempre possibile capiti o coinvolga noi. Isomma, nulla di ciò che accade ci è davvero estraneo, è inutile scansarlo, che si parli di malattie, disastri naturali, di rovesci di fortuna.
Il mio parere lo esprimo e non lo nascondo a nessuno e svergogno subito se posso chi fa il vocione omofobo, ricordando il dolore che certe opinioni infondate causano: si tratta di bullismo ai livelli più innocui.
Ogni ragazzo suicida o abbandonato perché qualcuno gli ha insegnato che è diverso e sbagliato, è colpa nostra. Di tutti, perché non facciamo abbastanza.
Ogni cosa che penso delle enormi difficoltà dell’essere donna, in certi Paesi soprattutto, mi colpisce quanto spesso corrisponda alla condizione LGBT.
Uso la sigla per sottolineare che non c’è solo l’essere gay, ma che tutto è più complesso, ma ugualmente mal tollerato da un mondo ignorante e ghettizzante.
Io vivo da anni in una piccola realtà e soffro particolarmente per i ragazzini che so essere gay e che crescono in un posto dove non è riconosciuto il poterlo essere. Già, praticamente sono tutti eterosessuali. Ogni tanto circolano voci, ma di gente che se n’è andata ovviamente. Che desolazione. Ma quanto bisogna essere frustrati per avercela tanto con la sessualità degli altri? Eh?
Soprattutto le donne che fanno certi ragionamenti, le trovo particolarmente pietose.
Mi fanno pena davvero perché poi osservando capisco che sono infelici, ma chi dà loro diritto di rendere infelici gli altri?
Davvero c’è qualcuno che teme che i diritti gay possano ledere la sacralità della famiglia?
Buongiorno, guardate le percentuali di divorzi e ragionate.
La gente si lascia perché non comunica, perché è superficiale e si sposa per fare un bel matrimonio, la cerimonia, perché si tradisce, soprattutto nell’amicizia, non perché vengono riconosciuti i diritti ai gay!
Che mi cambia se chi mette su famiglia è una coppia etero o gay?
Nulla, ecco, lo dico chiaro: nulla!
Sono madre e per carità so che sbaglio e chissà un domani i miei figli quanto avranno da ridire, come posso io pensare che un buon genitore sia determinato dalla sua sessualità?
Ma lo vediamo o no che siamo una massa di imbecilli che cresciamo fili iperprotetti in tenera età, semi abbandonati poi, carichi di dispositivi tecnologici, pieni di amici immaginari, cioè virtuali..
Torniamo a dirgli che l’amore conta, che il sesso è un dono meraviglioso che unisce, che bisogna avere la testa anche quando la passione prende il sopravvento, perché ci sono le malattie che se ne fregano che tu sia etero, gay bisessuale, transessuale…. ti pigliano appena abbassi la guardia.
Sono molto preoccupata per le notizie che giungono dal mondo e dal nostro Paese, mentre siamo distratti c’è un gran numero di persone che crede che per il loro benessere si debba schiacciare e neutralizzare chiunque si discosti da sé .
Se ci unissimo, tutti noi che siamo stati sottomessi, ghettizzati per l’etichetta che ci è stata attribuita, potremmo cambiare la direzione che la Storia sta prendendo.

 

Snobismo sessuale


Capita anche a voi?

Ne sono certa! Non lo ammetterei mai davanti all’oggetto del mio storcere il naso, ma con le persone con cui siete più in confidenza vi sarà scappato di dire fare un sogghigno.

Lo so che è una cosa maligna, et alors?

Insomma: c’è gente che trovo impossibile credere che lo faccia! Che solo al pensiero..

Non siamo banali però, suvvia e non c’entra la beltà, la sua mancanza, l’età o cose così.. è proprio che sembrano putti!

Gente così impostata, così dimessa che solo pensare che possa pensarci parrebbe un sacrilegio!

Il sesso mica è una cosa sporca, ma come dire.. bisogna imbrattarsi, come in cucina, c’è da sporcarsi le mani e so che ogni parola su questo argomento si presta al sorrisino, ma sono proprio schietta e non c’è doppio senso alcuno.

L’impiegato comunale, un po’ così, inamidato e banaluccio, ecco non ce lo vedo proprio, oppure che so’ il dottore di famiglia, la negoziante che pare una matrona..

Eppure lì  sta il tesoro, perché italiani cari, lì sta la perversione, i desideri segreti e ciò mi confonde,mi fa sorridere e mi fa pensare che tutto ciò che stride si presta all’emozione.

Mi piace pensare di non essere banale, ma non ne sono così sicura.

Comunque, questo è il gioco di sempre, di quando bambini si sta ad aspettare obbligati in una sala d’attesa e ogni volto è una storia e ogni scambio di parola una relazione.

Da grandi si fa il salto (di qualità? ma va’!) e si pensa “Ma no, figurati quei due lì a far le cose? Naaa!” ed è il solito bisogno di gossip, la perversione d’immaginare e far da soli scenari e balocchi.

Con i famosi poi, si sa.. non avete mai pensato a Costanzo e De Filippi? Gregoraci e Briatore? Ma è banale.. il vecchio con la giovane.

Il gioco si fa interessante su personaggi ignari, su quelli che ripeto, non per età o bellezza, ma paiono asessuati.

Quante mamme ho visto sbalordita, da quando sono in età di capire certe cose, con ‘sti capelli maschi, maglia e pantaloni che a lei o al marito sembran uguali! E mi chiedevo come, come fosse possibile che avessero figli. No, non potevano fare le cose!

Detto tra noi, ho amici così, anzi , io sono più tollerante, è lui che si tappa occhi e orecchi quando gli nomino le coppie di amici ridendo e gli ricordo che lo fanno, lo fanno di certo!

E un “no, no, non voglio neanche pensarci!”

Eppure, qualche volta… sono proprio stronza!

Uomo mangia uomo, follia collettiva?


Avete letto le notizie dagli USA?

Non so che pensare, davvero c’è gente che interpreta tutto alla lettera? Mi ricordo la polemica per la canzone dei Pearl Jam, “Jeremy”,come se inneggiasse alla violenza! Era tutto l’opposto e così per canzoni, romanzi.. ora si parla di allarme zombie!

Ok, facciamo chiarezza: non si mangiano le persone, capito?

Non importa cosa leggete nei romanzi, nei fumetti, cosa passa alla televisione, le persone non si mangiano, state buoni.

Fate i bravi per favore, forse negli hamburger hanno messo qualche sostanza psicotropa?

Probabile, sì, probabile.

Ho letto di un tizio che stava pasteggiando con la faccia di un altro.. oh, ma allora?

Ma che cavolo succede? Cosa c’è nel cervello di qualcuno che fa un atto del genere, anzi, degenere?

Mettiamo in chiaro che io amo il thrilling che dà il genere horror, perché è un modo di affrontare le paure più recondite, senza viverle, trovando uno spunto di riflessione e poi c’è una buona enorme sanissima dose di sarcasmo!

Allora, per cortesia, sia chiaro che c’è tanto bendiddio e non tiriamo fuori le cazzate del mondo che finisce, no, non vi giustifica ad assaggiare il vicino di casa, non ha un buon sapore.

Un bel giro di verdura e frutta e magari vi disintossicate da quelle porcherie che vi sussurrano ricette strane nel cervello.

C’è troppo a questo mondo, troppa gente che ha bisogno per fare ‘ste boiate!