Il villaggio. Il bacio


“Fermati Kajey.”
Il ragazzo si immobilizzò in assoluto silenzio.
Berta si strinse forte a lui e chiuse gli occhi. Si concentrò e sondò, la sua mente spaziava e incontrava sensazioni diverse. Gli animali stessi erano in subbuglio.
Sospirò, quando incontrò la forte energia che aleggiava intorno a casa sua. Erano lì.
Sussurrò appoggiando le labbra all’orecchio di Kajey.
“Sono a casa, non posso andarci ora, sentirebbero che sono forte.”
Kajey si sentì percorrere da una scossa che lo attraversò dalla nuca alle dita dei piedi, un forte imbarazzo lo colse. Il suo corpo lo tradiva, era davvero un animale? Il corpo di Berta sulla sua schiena, il suo peso era confortante, la sua morbidezza languida, la sua stretta possessiva. Non poteva resistere?
“Kajey, cosa facciamo?”
“Conosco un posto. Tuo padre capirà, lascerò un segno e passeremo la notte altrove.”
Per un istante le strinse le gambe al proprio corpo e fu difficile trattenere ogni istinto che gli lacerava le viscere.
Prese un respiro profondo e corse, corse come solo un animale notturno sa fare, senza traccia. Nessun suono tradiva la sua presenza.
Fece un salto preciso a terra e adagiò con delicatezza Berta.
Lei lo guardò e per un momento i loro sguardi fermarono il tempo. Il battito del cuore era l’unico segno che la vita scorreva.
tum- tum tum- tum
Kajey sollevò una mano e con le dita leggere tracciò il profilo di Berta. Lei sospirò e sorrise e lui non capì come, ma seppe con certezza che il suo mondo era cambiato per sempre. Il suo cuore era migrato in un altro petto e per quel sorriso dolce e onesto avrebbe fatto ogni cosa in suo potere, per sempre.
Le sorrise e le prese la mano.
Camminarono fino ad un albero cavo.
Tirò fuori un sacchetto di velluto e vi introdusse un sasso; poi lo richiuse e lo ripose al suo posto.
Riprese la mano di Berta e per una sera decise che si sarebbe concesso di essere solo un ragazzo.
Berta sembrava avere capito, perché era pronto a giurare che il suo sguardo riflettesse tutto ciò che lui stesso provava.
Correvano e a all’imprvviso Kajey la prese e sollevandola si spinse con un salto particolarmente potente sul terzo ramo di uno degli alberi più alti.
Lei ansimava  e stringeva le palpebre, le braccia attorno al suo collo, il suo volto nascosto nel suo petto. Kajey provava emozioni nuove e non capiva come mai si sentiva come se il suo cuore fosse esploso per poi rinascere più forte.
La strinse a sé, abbassò il capo e appoggiò le labbra sulla sua testa. Profumava di primavera, di estati passate a pescare e di cose nuove, calde e morbide.
Si adagiò e si limitò a cullarla appoggiandosi al tronco.
Berta alzò lo sguardo e gli sorrise ancora.
Kajey non si capacitava di come le rispondesse automaticamente. Non era abituato a sentire le sue guance contrarsi così.
“Finalmente, eh?”
“Cosa intendi Berta? Mi aspettavi?”
Lei sorrise di più e prese a passare le dita tra i suoi capelli, facendogli venire brividi in ogni centimetro di pelle.
“Kajey… Mi hai seguito, mi hai osservato e io ho aspettato. Però, ad essere onesta, io ti ho sempre aspettato.”
“Ho pensato che tu per un po’ avessi avuto un certo interesse per mio fratello.”
“Lo adoro! Non dubitarne mai.”
Non era certo di capire, una sensazione sgradevole gli inacidiva la gola.
“Kajey? Non vuoi fidarti. Mi chiedi di fidarmi di te, ma non vuoi fare lo stesso con me.”
“Io voglio fidarmi.”
“Allora, ascolta quello che provi e lascia perdere per una volta i ragionamenti. Non si applicano a queste cose e di certo non si applicano a me. Io sono al di fuori di ogni razionale pensiero. Lo capirai.”
Fece l’occhiolino e si abbassò su di lui.
I loro volti erano così vicini che non era possibile guardarsi negli occhi.
Le sue labbra erano rosse e morbide. Kajey voleva, voleva come mai aveva voluto in vita sua.
Respirava il suo respiro caldo e un po’ di imbarazzo lo fece arrossire. Lei poteva sentire la sua durezza?
“Va tutto bene Kajey.”
Gli prese il volto tra le mani e lui tremò violentemente, bevve ogni sua parola che si posava direttamente sulle sue labbra.
L’istinto prevalse sulla mente e le sue mani scesero ad afferrarle i fianchi, pressandola a sé mentre le sue labbra si posavano per la prima volta su quelle di Berta, per la prima volta sulla bocca di qualcuno.
La perfezione. La più intensa e distruttiva sensazione che avesse mai provato. Era disperso in un milione di frammenti e si sentiva completo, finché stava sulle sue labbra avrebbe avuto un senso.
Il suo sapore era il migliore che si potesse immaginare e non resistette al bisogno di passare la lingua su quelle labbra setose.
Berta ansimò e dischiuse la bocca e Kajey si perse completamente.
In quella bocca bevve, ogni respiro e ogni ansito, ne andava della sua vita.

Il primo bacio


Mi ha chiesto di aspettarlo qui, dopo l’allenamento.
Ho accettato, ma non c’era modo di alzare lo sguardo, ora mi vergogno terribilmente per la figura da imbranata.
Questa cosa nuova mi turba, lo volevo, ma ora desidero solo tornare indietro, magari di un giorno.
Guardarlo passare con le amiche e sospirare è stato sfibrante, volevo che mi notasse, non ho sognato altro.
Il suo volto impresso nelle mie palpebre abbassate mi ha accompagnato ogni sera.
Ora sono sola e non sono abituata ad affrontare da sola, questo.
Questo non so cosa che è un’incognita. So accettare le mie emozioni, so vivere il mio bisogno di lui, ma non so assolutamente come interagire con lui.
Fino ad ora ho potuto immaginare e lo so che non mi basta, ma non sono pronta alla certezza. Saprò se gli piaccio, saprò se mi piace davvero.
Potrebbe ridere di me, potrebbe intimarmi di smetterla di guardarlo. Potrebbe non piacermi così tanto, come è successo con Gianni che alla fine l’ho evitato per giorni, perché non potevo sopportare di ferirlo e chiarire che non mi piaceva come credevo. Come speravo.
Non voglio dare un bacio di cortesia, per non ferire i sentimenti, per non umiliare e soprattutto fare la figura dell’idiota.
Eppure mi piace, mi piace in un modo esagerato, troppo. Voglio queste emozioni, allo stesso tempo però vorrei sentirmi in pace, così potrei concentrarmi su me stessa e gli obiettivi da raggiungere.
Come faccio a studiare quando mi sento così, ma non dovremmo andare a scuola a trent’anni, quando le emozioni sono più chiare?
Hanno finito, stanno passando i suoi compagni, che imbarazzo assurdo… uno ride e dà una gomitata all’altro, quello dietro mi fa l’occhiolino e quattro mi guardano male. Che c’è?
I maschi sono cretini, sempre gelosi delle ragazze degli amici, ma se non ci ho praticamente parlato ancora!
Mi volto di spalle, non ce la faccio, proprio non riesco ad affrontarlo, mentre si avvicina, mi sento la faccia di gomma.
Devo solo dare un’occhiata, veloce.. eccolo! Mi sorride e alza il braccio, aumenta il passo e comincia a correre.
Il mio cuore.
Posso avere un infarto adesso? Si è mai sentito che l’emozione sia fatale?
Non ce la faccio, non ce la faccio.
Troppo bello, è così sicuro, non so che dire.
“Ehi, mi hai aspettato.”
Il suo sorriso è il sole. Non so evitare di sospirare.
“Certo, eravamo d’accordo. Vero?”
Guarda in basso e si preme la mano sul petto, forse non è così sicuro. Di me?
“Ok, scusa. Camminiamo, e poi, non so , ti offro qualcosa da bere?”
Non saprei dirgli di no, neanche se dovessi e non voglio comunque.
“Certo, sì. Grazie.”
Camminiamo in silenzio e la sua spalla sulla mia brucia, le sue dita sfiorano le mie mentre le braccia oscillano seguendo i passi.
Lo sbircio con la coda dell’occhio e anche lui mi sta sbirciando. Ridacchiamo e la tensione si allenta finalmente, ma l’emozione è alle stelle.
Passiamo in una zona tranquilla e lui si ferma di colpo.
Lo guardo.
“Scusami.” Sussurra.
“Per cosa?” Ha cambiato idea?
Lascia cadere il borsone con un tonfo e mi abbraccia, sento il mio cuore o forse il suo, sembra stia per scoppiare.
Strofina la guancia sulla mia, sospira, le sue mani tremano sulla mia schiena, si allontana leggermente e le sue labbra sono sulle mie.
Il mio primo bacio, bellissimo, nostro, indimenticabile, unico.

Della Bocca


La bocca è il conforto

di un abbraccio intenso,

di un sorriso scaltro,

di un sapore amato.

La bocca é il più pudico dei piaceri,

il più negato,il più cercato,

richiamato dai ricordi,

ricercato nei sogni.

La bocca è il bacio

da scoccare lontano,

da lasciare sulle gote tenere,

da bruciare sulle labbra torride.

La bocca del pensiero è oratore,

confessore e peccatrice,

confidente e sputtanato,

il messia e l’infingardo

La bocca è sorgente di delizie,

profusore di mestizie,

culla di passione,

promessa d’amore.

La bocca è un tabù,

così lampante,

‘ché i baci più belli,

son le perle più rare.