Di soffuso rossore le gote candide paiono mele,
come vita che arriva a sgorgare,
linfa passionale nell’incarnato fragile.
La mano minuta e delicata,
le dita sottili allungate,
pareva inverno in piena estate.
La mise in groppa al suo destriero,
bianco s’intende,
le sue vesti di nero.
Aveva uno sguardo
che mille promesse
infrante tutte in un bacio ardente.
Lascia che cantino
di principi azzurri,
‘che il nero guerriero le prende tutte.
La bella di neve candida
la pelle aveva
e mai più fu ritrovata, ma rideva, oh, se rideva!