Io, Tenebra


Nei tuoi sogni m’intrufolo lesto,

ti osservo nascosto tra le pieghe delle coltri cupe.

Rincorro i tuoi sospiri e ammiro le tue labbra socchiuse.

Scarlatta la tua bocca invitante, candide perle a contrasto in quello scrigno prezioso.

Io mi protendo e tu mi sfuggi, stringo un pugno vuoto e mi dispero!

Sono parte di un mondo diverso e tu non mi vedi, ma so che mi senti, ne sono certo, ogni volta che sospiri con lo sguardo perso.

Io fremo ad ogni tuo movimento, tra le lenzuola mentre ti rigiri e allora sbircio tra i tuoi pensieri.

Sono quello che non ricordi bene al tuo risveglio, quello che cerchi in volti ignari.

Sono l’amante che stringi nel sonno, siamo felici, ogni volta, ancora.

Mi riconosci nei viaggi onirici, mi vedi e sai e siamo ancora fuoco e comunione.

Poi torni là, tra carne e ossa, tra sangue che scorre e fragili membra.

Io ti aspetto sempre, quando il nostro canale si apre, ti raggiungo e ti stringo forte.. dannato me che sono immobile, di volontà privato, io spirito errante innamorato che ardo di passione per la tua serica pelle !

I miei palmi sono a misura dei tuoi pomi teneri, le mie dita sentono ancora ogni curva, ogni ansa segreta e io ardo, ardo in questo inferno senza posa!

E mentre piango in questo tangibile niente, tu sospiri e chiudi gli occhi, forse stanotte ancora sarai mia e ricorderai il mio volto e una volta ancora al risveglio mi cercherai tra le lacrime .

Proverai a chiamarmi, ma il mio nome morirà nel tuo scordarmi e la mia maledizione perpetua scorre, fino al giorno in cui m’invocherai sicura.

 

Biancaneve e il guerriero nero


Di soffuso rossore le gote candide paiono mele,

come vita che arriva a sgorgare,

linfa passionale nell’incarnato fragile.

La mano minuta e delicata,

le dita sottili allungate,

pareva inverno in piena estate.

La mise in groppa al suo destriero,

bianco s’intende,

le sue vesti di nero.

Aveva uno sguardo

che mille promesse

infrante tutte in un bacio ardente.

Lascia che cantino

di principi azzurri,

‘che il nero guerriero le prende tutte.

La bella di neve candida

la pelle aveva

e mai più fu ritrovata, ma rideva, oh, se rideva!