Che il mondo appartenga ai gioiosi, agli esultanti, agli entusiasti, alla beata giovinezza e alla sgargiante contentezza!
Una luce accecante che tutto abbaglia. Risvegliarsi un domani e sono tutti in fiore, tutto un ciao! Che gioia incontrarti! e inviti e incontri a tutte le parti.
Immagina svegliarti e trovare il sole, oggi, domani, sempre e niente siccità, non t’impensierire, perché la gioia sarebbe così tanta che il nostro pianeta sarebbe risolto da sé, senza intervenire. Poi, un mondo così felice non cercherebbe più soluzioni, a cosa? Va tutto bene! Niente più inquinamento, ‘ché la gente passerebbe il tempo a far l’amore a portare i figli a rincorrersi sui prati e poi giù a rotolar dai pendii più dolci. Studiare per imparare, niente ambizioni! Nessuno vorrebbe superare un altro, la gioia è immensa e si diventa generosi, pensando solo vantaggio altrui.
Canzoni e canzoni a tutto fiato, niente più grunge, blues, jazz, rock metallico, ma un’allegra carrettata di Zecchino, Celentano, le canzoni della domenica a Messa, quelle con la chitarra, delle gite fuori porta!
I vecchi coi bambini in sintonia, le madri coi padri in un eterno abbraccio. Niente reclami, è tutto perfetto. Niente richieste, è tutto già dato. Nessuna domanda, la fiducia è totale. Un mondo splendente di allegria celestiale.
Piaciuto?
Sì?
Davvero?
Sicuro?
E’ ciò che desideravi in fondo, noo?
Come no?
E che facciamo adesso? Aggiungiamo qualche ombra? Giusto per rendere il quadro meno accecante. Magari per dargli un po’ di profondità, un po’ di sfumatura.
Trovi che il mondo così finisca nell’ignoranza? Che importa se sono felici tutti, stanno sempre lì tra i prati a correre e a fare l’amore!
Sembra riduttivo forse, vero? La mente umana è più complessa, in cerca di stimoli, di ombre, per vedere la giusta luce…
Viene da pensarci sul perché il Caravaggio sia così emozionante, perché quella ricerca interiore per trovare uno scopo, nella sua contrizione ci stimoli così tanto;
perché l’amato è sempre immaginato come una lunga ricerca, molto prima di un traguardo;
perché la conoscenza si poggia sul bisogno, sulla mancanza di sapere, di soluzione;
perché un mondo risolto appaia isterico, perché i giorni sempre assolati procurino angoscia.
Ci vuole l’ombra, la pioggia, il blues, la rabbia, la malinconia, la tristezza, perché siamo un ricambio di stagioni che ha bisogno di cedere sempre il passo al momento nuovo.
Immagino sai un po’ il senso dello yin e dello yang. Un abbraccio tra gli opposti, una fusione.
L’abbraccio è un momento, un incontro, un mare di sensazioni, uno degli scambi umani che preferisco in assoluto.
L’abbraccio è tra due diversità sempre, a meno che non ci si abbracci da soli, ma non vale mica tanto.