Irraggiunta


tutto ciò che non sono mi assale
dagli angoli spogli e in ombra
si muove la nebbia ansante
mi copre, mi pressa e gode.

ciò che non provo agogno
e nulla il pretesto di ignorare
assolve la colpa di soffrire
perché l’ingratitudine sporca.

infiniti sguardi persi
nell’orizzonte distante
perennemente immobile
irraggiunto pulsare.

immersa in questo mare
d’onde argento fredde
perdo il sentire e
solo vorrei cadere.

giù, più giù e svanire
e non potendo
mi vesto il belletto
maschera ghignante.

di più la finzione
del vero conta ormai
la storia che non c’è
smonta e rimonta.

per quel cuore perdo
ogni traccia di me
che non vale il capello
d’un amare vivo.

scelte, strade, svolte
e si arriva e si resta
non più in aria il dado
non più l’avanzare.

colpa, ognuno la sua
pago, sempre pago
inutile scontare
l’accordo preso.

spezzata, dentro
sbagliata sempre
e fingermi intera
per non danneggiare.

nulla di me da dare
per me da volere
cerco solo di stare
e non sentire.