Il buco della serratura


Ho guardato nella serratura, sì, ho guardato.

Mi tremavano le ginocchia a stare lì, china.

Mi sudava la fronte e una ciocca cadeva ribelle sugli occhi.

La sbuffai via, facendo piano.

Mi presi i capelli e tirandoli li aggiustai dietro le orecchie.

Com’ero agitata, colpevole, nascosta.

I piedi mi si ghiacciavano sulle piastrelle fredde.

Cercavo di non pensarci, perché già la vescica mi stringeva il ventre.

Più scacciavo il pensiero dei piedi gelati,

più il freddo risaliva lungo le gambe

e mi gremiva, attanagliandomi

mentre venivo braccata

e poi torturata

dall’orribile imbarazzo

ero lì, con l’occhio addentrato

come un periscopio in perlustrazione

e la tensione mi accelerava il battito.

Ho guardato il Sole venire.

Ti amo


Ti amo.

Ti amo come il mare accoglie i suoi flutti.

Ti amo come la rondine garrisce nel cielo.

Ti amo come la terra protegge il seme.

Ti amo come l’albero sospira al passar della brezza.

Ti amo dell’amor del cane che attende la carezza.

Ti amo del bisogno dei folli della propria certezza.

Ti amo d’ardore di brace al calor di fiamma.

Ti amo dell’agognare aria il prigioniero.

Ti amo di fantasia,

d’incantevole malia,

d’incertezza tremula,

di passione madida,

di tenerezza candida,

di amore, ti amo.

Il vecchio allo specchio


inv_343_Rubens

 

Quando il tempo violerà le fermezze,

ogni certezza ferendo,

scoprirai l’ospite amaro,

nel troviere incappando.

Col volto scavato di sole

di cenci confezionato

il piglio di fiero valore

dell’eroico soldato .

Sarà vecchio e canuto

in tua cerca arrivato

con lo sguardo muto

a contar le pelli.

Non tentarti la fuga

poscia egli ritorna

con più foga e più voglia

di serrar le tue briglia.

Nella fuga maldestra

inciampar funesto

nel capestro fato

a restar pigliato.

Con bovino sguardo

nel riflesso specchio

ritrovar te stesso

rimirar lo vecchio.

 

 

 

Il Segreto rivelato


Il segreto si impiglia nelle maglie

si attorciglia in spire fumose

s’insinua nei meandri della pelle

nei vicoli ciechi della mia mente

non trova dimora che sia eterna

non conosce requia

né penitenza

Il segreto giudica il passato

con toga di catrame

impugnando lo scettro

di Thor martello

con un fulgido colpo

rimestando le pene.

Il segreto è bieco

in torbido bitume

si fa sempre più pesante

ansimante e berciante.

Il segreto è pena d’ergastolo

che si appresta all’uscio

basta un attimo e con mano lesta

lui si mostra scintillante

e in chiassoso fragore

il mondo s’impossessa.