Nel cuore della terra un seme.
La mano stretta in attesa.
Il suo bagliore acceca,
la mano è protesa.
Sono strati di storia,
tempi senza gloria.
Terra, su terra
il seme riposa.
Ascolta il custode,
vite prese, interrotte.
Sentinella fedele,
attende la notte.
Saranno stelle nel mare,
meduse sospese,
l’assalto del tempo ,
nel cielo catene.
Il ventre di doglie
sarà scosso, teso;
un enorme squarcio
un ramo che sporge.
Raccoglierai domani,
ciò che dorme indifeso.
fantasy
Creatura
E perciò ho saltato.
Lo so, sarei potuto uscire dalla porta, ma dovevo rovinare sul cespuglio di rose maledetto.
Non ce la facevo più, c’è poco da spiegare. Ho perso la testa, mi sono infilato le scarpe e la giacca e … ho saltato.
Mi sento stupido, mentre perdo la forza della disperazione e i muscoli iniziano a rallentare.
Sono contratto, dentro e fuori.
Conficcare le unghie nel tronco dell’albero su cui mi appoggio, mi fa sentire più saldo.
Che poi si stiano spezzando, mi dà più sollievo.
Sollevo la mano e incantato osservo il sangue che scorre.
Non resisto e scorro con la lingua il contorno delle mie dita, raccogliendo il nettare prezioso.
Rosso.
Vedo rosso e il sangue pulsa potente nelle vene.
Ho un solo richiamo e lo seguo.
Corro, senza tempo, senza meta, corro e non sento le suole aprirsi sotto le piante dei miei piedi scorticati.
Corro tra i crampi, sobbalzo, cado e riparto, in realtà non mi fermo, neanche inciampando, mi spingo sulle mani e riprendo velocità.
Sento il sudore asciugarsi sulla pelle, lo sento freddo, rabbrividisco, dal contrasto col calore che mi brucia dentro.
Sono imbrattato di fango e corro, sento le spine conficcarsi nei piedi, sento la pelle lacerarsi e corro.
Di colpo, senza preavviso, il fuoco che mi divora si spegne e io semplicemente crollo, sul posto.
Per la prima volta, da quando sono impazzito, mi guardo intorno.
E’ buio, un buio livido, un grumo di sangue rappreso, nero.
A proposito di sangue, sollevo le mani e rabbrividisco: molte delle mie unghie sono saltate, strappate, altre spezzate e sollevate. Non scorre più sangue, è rappreso, come un guanto a coprire le mie mani.
Come le vedo, mi chiedo?
So che è buio, eppure vedo il mio stato di disgrazia.
Fa freddo?
Non lo so nemmeno.
Mi raccolgo, chiudendo le braccia intorno alle ginocchia intorpidite.
Sollevo lo sguardo al cielo.
Ho bisogno di risposte.
Cerco un senso, mentre anticipo il panico che sta montando in fondo al petto.
Non mi chiedo più chi sono, mentre passo la lingua sulle punte delle mie… zanne.
Cosa sono?
DNA in scadenza. Il tempo è giunto a termine.
Hanno detto che siamo in scadenza, segnati.
E’ facile, chi sa decifrare il DNA ci metterà poco a interpretare le cifre, il codice è chiaro: siamo gli ultimi, l’esperimento è giunto a termine.
Lo capisco, eppure vedo il potenziale inespresso, ma loro dicono che abbiamo barato, siamo andati contro le regole, il patto non è stato rispettato.
Non immaginavano, l’immaginazione non gli appartiene d’altronde, che saremmo usciti dagli schemi.
La nostra sete di potere li ha sconcertati e anche la singolare individualità dell’essere umano.
Per fortuna finiamo per seguire in massa i leader designati, ma non gli crediamo.
Le nostre idee sono state motivo di studio approfondito, peccato che presto si siano annoiati con noi.
Hanno sensazioni, impulsi intensi, ma la gamma di emozioni umane non la comprendono.
Ci rende difettosi, questo rincorrere la felicità, la libertà, l’amore.
Dovremmo essere efficienti e il senso di fratellanza serve a tenerci compatti e più organizzati, invece noi proviamo empatia e cerchiamo l’espressione del singolo come liberazione di tutti.
Non c’è modo di salvarci, il tempo sta giungendo allo zero, si può già riconoscere l’implosione a cui ci stiamo portando.
Vorremo cambiare le cose e questo senso di ribellione è molto sgradito, ma non intervengono spesso perché non siamo in grado di reagire in modo efficace.
I leader delle nazioni proseguono nel compito di guidarci verso la nostra ultima destinazione e per quanto siamo convinti che ci siano conflitti tra le massime potenze, i leader svolgono solo il compito loro affidato.
Nessuno schieramento reale, i loro sono solo compiti da eseguire per un interesse comune: fine dell’esperimento Umanità.
Saperlo non ci rende privilegiati, ma nuove Cassandra della fine dei tempi. Nessuno di noi parli, chi ci ascolterà?
Non sappiamo chi tra noi siano gli altri Consapevoli, ma stiamo trovando il modo di contattarci.
Seppure internet ci è stato consegnato per motivi precisi di divulgazione di massa, noi siamo riusciti a cambiarne lo scopo una volta ancora e per quanto ci siamo sviliti nella maggior parte dei casi, siamo stati in grado di renderci irrintracciabili nella moltitudine.
Rischiamo, ma sappiamo già che sta finendo tutto, perciò la Consapevolezza ci dà una forza e un coraggio che non è stato considerato.
Credono che la parte animale da cui deriviamo abbia poco valore e questo è il nostro punto di forza.
Non concepiscono il nostro contatto costante con gli animali, considerano il fascino che nutriamo per loro un’inconscio riconoscere la nostra provenienza e ciò ci rende primitivi.
Stiamo cercando in ogni modo di tagliare i fili delle loro connessioni per recuperare altro tempo.
Cerchiamo di essere più sani per durare di più, ma non è facile andare contro i mezzi di massa che strategicamente utilizzano: medicine che ci intossicano, cibo contaminato e modificato, energie che ci avvelenano.
Lo sanno un po’ tutti, ma è impossibile, sembra, cambiare rotta.
Noi siamo i marinai che con la propria forza remano verso acque tempestose perché incapaci di cambiare rotta.
Il tempo sta finendo.