Il Profumo di Suskind e olfatto introspettivo


Finalmente ho visionato anche il film.

Non vorrei fare un post sulla storia, perché se ne trova trama e recensioni in ogni dove in internet. In questo caso trovo il sunto di Wiki soddisfacente.

Mi è piaciuto il film, per grazia di regia e di attori. Il romanzo però è così ben strutturato, dettagliato nei colori, forme e odori, ovviamente, che c’era poco da chiedersi come affrontare la storia secondo me, ma è magistrale il rispetto della trama, senza porre una regia boriosa sopra.

Si sente quasi il puzzo, sopra il profumo il più delle volte.

Il protagonista non si creda che sia un eroe, né sventurato, né coraggioso, perché non è eroe, mai; sventurato sì, come molte anime venute al mondo senza esser desiderate.

La storia si costruisce sul povero Grenouille che mai viene amato, mai. Lui è così strano, nel suo essere incapace di empatia, che non suscita amore neanche nel lettore o spettatore e ciò senza che ve ne accorgiate vi porta a seguire il filo dell’autore.

Il ragazzo sopravvive per trovare il capo di questo filo, sopravvive nonostante l’avversione altrui.

Avversione che si scopre essere dovuta non al male, ma alla mancanza di riconoscibilità; Grenouille infatti, a differenza di tutto ciò che esiste al mondo, è inodore. Lui che registra tutto con l’olfatto, senza distinzione di giudizio.

Si capisce nell’avanzare della storia che Grenouille non sa di cercare , come chiunque in realtà, una traccia affettiva; non lo sa, perché non conosce l’amore.

Impazzisce per l’odore di una ragazza, quando l’età si sposa col bisogno, ma non riconosce questa estasi, e nel soffocarla accidentalmente perché non urli, si dispera nello scoprire che morendo perde la sua essenza, l’odore che la rende unica.

Da quel momento Grenouille vivrà per scoprire come catturare l’essenza di ciò che desta il suo interesse; e come sempre, quando si ha un chiodo fisso, anche l’ultimo scarto del mondo (letteralmente, essendo egli, appena venuto al mondo, lasciato tra le viscere di pesce sotto il banco di lavoro della madre) scala la sua vetta per arrivare.

Lavora da un profumiere, stupendo, caricaturale Hoffmann! e poi giunge a Grasse per scoprire ulteriormente la conservazione dell’essenza dell’odore.

Va sottolineato come tutti coloro che prendono in affidamento il ragazzo, lo sfruttino senza amarlo, anzi prevedono di liberarsene appena non sia più utile, ma puntualmente alla di lui dipartita periscono accidentalmente.

Insomma, Grenouille ucciderà 13 fanciulle per creare l’essenza d’amore più pura e si conclude tutto con la sua cattura, con lui che conserva la boccetta del profumo estatico.

Sul patibolo scoprirà l’ebbrezza di essere adorato per questo odore e di suscitare amore, ma vedendo il fazzoletto, su cui aveva posto le gocce di essenza, volare via, capirà il risvolto deprimente: tutta la folla che prima incitava alla sua tortura e morte, poi lo idolatrava genuflessa, ora si lancia sul fazzoletto che cadendo sprigiona tutto il suo potere.

E’ questa la  scena dell’orgia. La gente tutta perde la testa e copula con chicchessia, mentre il ragazzo impotente, a questo punto, osserva sconcertato e dolorosamente capisce ciò che non aveva compreso: l’attrazione collegata all’odore e la sua connessione al legame fisico. Anche il padre della tredicesima ragazza, che è l’unica figura carica d’amore, non caduto nell’oblo erotico, cadrà invece ai suoi piedi confondendo l’odore della figlia per suo.

Ora sì, ora la compassione arriva, perché Grenouille soffre e comprende.

Tornerà nel luogo in cui tutto è iniziato, concludendo il suo ciclo e cedendo al mondo che non lo ha mai marchiato come suo appartenente.

Si cosparge dell’essenza d’amore, sprigionando una follia collettiva tra i poveri disperati che lì si raccolgono.

Sarà sbranato d’amore.

Io penso che con un po’ di buona volontà, questo è un romanzo che nasce da un intuito geniale, si possa approfondire con gusto i significati reconditi di questa storia.
Qui si va in una valle nascosta, di fronte a un’infinità di fiori nuovi, e chi volesse potrebbe catalogarli con cura.

Memorie di musica e libri in fase backup


 Giorni di zucchero fragole e neIl profumo

Back up di tutti i files all’opera, ci vogliono 4 dvd e chissà quanto tempo.

Ormai farò così: salvo i dati e poi rimando all’origine tutto il pc. Ho le palle un po’ girate effettivamente, ma come accade da quando ho la maturità, io faccio i guai, io cerco la soluzione e solo con me posso prendermela.Più semplice non doversi giustificare con qualcun altro, ce l’ho su abbastanza con me stessa da bastarmi, ma non ho altri a cui addossare la colpa: so ammettere una sconfitta, ma non sia una disfatta totale!

Mentre il mio semplice, amato, piccino picciò HP, cerca di conservare memoria delle mie boiate, io cerco di straviarmi un po’, ora che la cena è già che va per conto suo (polpettone se vi chiedeste e cavolfiore: niente smorfie, é buonissimo il cavolfiore!), volevo pensare a cose che mi rilassano.

Voglio fare una lista delle canzoni che mi hanno emozionato e allevato, anche i libri ovviamente, ce li metto, e poi chi vuole, può lasciare la sua lista. Sono o non sono generosa?

Vado a ruota libera, ok? Primo disco, era un disco vero, in vinile, alle elementari: scelto e comprato da me medesima, Cambio di Lucio (proprio lui) e ho cantato e ricantato le sue canzoni sui testi.Certo, che lo volevo per via di “Attenti al lupo”, ma l’ho scartata in poco tempo, amando Le rondini, Comunista.. e le interpretavo con la mente di allora, ma già le interpretavo, capivo che c’era un significato oltre. Tracy Chapman è stata la prima cantante a crescermi con una coscienza sociale e a confermarmi che si soffre e si deve lottare contro le ingiustizie globali e le piccole,mortificanti sconfitte personali. La mia prima cassettina musicale, non si ride perché ero all’asilo, è uscita da un fustino del detersivo (qualcuno ricorda che negli anni 80 c’era sempre un regalo nelle confezioni della qualsiasi?),il gruppo era… i Ricchi e Poveri ! Povera creatura, ma mi sono ben rifatta poi. Io sarò impopolare, ma per quanto da piccola (ero sempre all’asilo), adorassi Thriller di Michael, ero attratta più dalla sua antitesi, Prince: Purple Rain rimane tuttora un brivido giù per la schiena.

Veniamo a tempi più recenti, l’adolescenza mi porta alla conoscenza di un canale musicale VideoMusic (qualcuno si ricorda?)che mi ha permesso di scegliere cosa piacesse a me e non in casa mia. VideoMusic é poi sparita ed è arrivata MTV. Ho scoperto da sola i R.E.M. con Losing my Religion, ma in quattro e quattr’otto ho scoperto il grunge e l’ho acchiappato e fatto mio. Forse i Nirvana sono stati i primi, non ricordo esattamente, con About a girl o Lithium o Something in the way (mmm…mm). Arrivarono poi gli Stone Temple Pilots con Vasoline o Big Empty; gli Soundgarden con Black Hole Sun (Won’t you come and wash away the rain?), che poi sono risultati sempre grandiosi anche con Vedder dei Pearl Jam   (Jeremy lo ricordate il video? suscitò polemica inutile, che non rispecchiava assolutamente il senso del testo) in formazione Temple of The Dog con Hunger strike o Say hello to haven. Ho già parlato della brevissima parentesi Take That (ovvero tiè, ciappa su), perciò non aggiungo altro.Folgorazione totale per i Radio Head, vera sublime estasi del sonoro con Creep , Paranoid android, Karma police… non ci sono parole, solo orecchie per loro!

Ora, ho dilungato, perciò faccio solo qualche nome: Damien Rice, R.Kelly, Dido, Pink, Presidents of the Usa, Blind Melon, Norah Jones, Skunk Anansie (!), Red Hot C.P., Santana….. troppo lunga la lista.

Libri : La storia infinita, Anna dai capelli rossi con annessi Polyanna, Pattini d’argento e libri che trovavo delle varie donne ex-adolescenti a casa della mia bisnonna; Emmanuelle (vabbè), Un letto di leoni, La cruna dell’ago, Un luogo chiamato libertà, Una fortuna pericolosa, I pilastri della terra con Mondo senza fine e altri di Ken Follett che ho molto amato.Ho amato anche Stephen King, certo che bisogna conoscerlo, secondo me, per imparare a leggere e a scrivere, perché per quanto commerciale ( perchè vende e a volte è stato furbetto), scrive che é un piacere e crea sempre una comunità intera di persone in modo così realistico e approfondito, che nel suo essere scorrevole lo rende IL RE. Leggetevi la saga della Torre Nera, davvero, è qualcosa che merita: il lavoro di una vita, con certi punti in cui il cervello si attorciglia forza di arrovellarsi tra i paradossi, ma forse sono io poco dotata. Non faccio altri titoli perché sono davvero famosi. Mettiamoci Tolkien, d’altronde l’ho letto Il Signore degli Anelli e mi è piaciuto, per quanto mi abbia fatto sorridere la mancanza di pathos amoroso e nonostante ciò mi è piaciuto molto; precede lo Hobbit (fiaba per ragazzi) e la cosmogenesi del Silmaillion e lì c’è il libro sacro di Tolkien, tutto un mondo che nasce dal Primo fra i Primi. Bisogna considerare gli studi di Tolkien e il fatto che scrivesse e poi leggesse i suoi scritti ai figli, per cui ne deriva il pudore, il rifarsi a una storia di tradizioni nordiche e tutta la cultura di cui le pagine sono intrise.

Oggi, cioè attualmente, i romanzi hanno meno descrizioni dell’ambiente in cui si svolgono i fatti narrati, ma se vi capita un libro tra ‘800 e ‘900, allora armatevi di pazienza, perché evidentemente prima ne erano provvisti. A tal proposito mi è piaciuto Cronin con Il castello del cappellaio: un dramma dall’inizio alla fine, ma mi è piaciuto molto.

Ho una difficoltà mentale che mi obbliga a pormi dubbi sull’effettiva portata del mio intelletto: non riesco , in molti casi, a visualizzare bene i luoghi descritti, soprattutto quando i protagonisti viaggiano molto, tra montagne, dossi, su e giù e poi il burrone era a est, ma io mi ritrovo a pensarlo a sud e mi perdo… Non ho mai sentito altri lamentarsi di questo, mai, e perciò penso di essere un po’ limitata e mi irrita la cosa.

Grazie a mia nonna ho letto libri colti, perché ho condiviso l’amore per la lettura con lei. Purtroppo, ho anche la pecca di non ricordare i nomi degli autori ( qui lo dico e qui lo nego), ma Suskind con Il profumo, regalo di nonna, è piaciuto moltissimo alla nipote: niente amori felici o tormentati con lieto fine,ma una storia notevole, con un personaggio da conoscere, mi è davvero piaciuto molto. Aggiungo anche L’ inchiesta di messer Dieu chirurgo e visionario nel Regno di Francia, La ragazza con l’orecchino di perla, Amabili resti, Il diario di Bridget Jones, Mal di pietre, La luna di carta di Camilleri, Sono stato un cannibale di Shneebaum, Care memorie della Yourcenar, Sotto terra di Deaver, Il cimitero di Praga di Eco ( e no, non mi é piaciuto, poteva scrivere un saggio socio-politico e non cercare un artefatto poco strutturato per creare un filo narrativo: tanti dati storici interessanti, ma romanzo noiosissimo), Il sospetto della Grimaldi e altri, tanti che non ricordo.

Sono caduta nel trappolone romance , non crediate, ho dovuto prima farmi un po’, poca,  cultura e poi arrivare a trent’anni per leggere la Feehan con la saga del Principe Vampiro, e poi, sì, ho letto Twilight, tutta la saga! Ho scoperto la Showalter, ovvio, e tutta la compagnia bella e ben assortita e non nego che quando vuoi emozioni certe con un certo lieto fine… vai sul sicuro.

Voglio segnalare Sarah Addison Allen con Il profumo del pane alla lavanda e giorni di zucchero fragole e neve: sembra di guardare uno di quei film americani, senza fama, senza effetti speciali, con dialoghi e personaggi semplici, ma carico di sfumature e di colori.

Penso di fermarmi, concedo venia.

Ho detto la mia, dite la vostra e si capirà un po’ di ognuno di noi.