Oggi so che a vent’anni non capivo niente. Tutte le sfumature che adesso colgo, ogni briciola che raccolgo nel pensiero e assaporo del mondo. Allora il cuore era grande, grondante di sangue, dolente e mi chiedo come potessi scegliere tanto giovane il sentiero da prendere? Oggi, quel cuore è un po’ spento, stretto, quando si espande per battere fa male, i punti si aprono e le ferite prendono a suppurare. Sono fragile e un abbraccio può spezzare. Amo il coraggio e la forza di lottare, amo chi viene spinto indietro e rema contro per arrivare. Amo un po’ anche me, quel che resta d’ amare.
ieri e oggi
In memoria (di tutti)
la sua vita ti vale meno,
ti disturba il suo odore,
la sua pelle, il suo colore.
che i suoi baci siano altrove,
stravaganze irritanti,
siano tutti conformati.
per te, che hai il male dentro,
guardi altrove con sospetto,
a pugno stretto.
la vita per te è la risposta
a una mortale provocazione,
va presa di petto.
tu che stai sulla tua sponda,
col tuo giusto credo indiscusso,
non guardi indietro.
a morte, togliere, eliminare!
perché epurare è per te
una privata espiazione.
quando l’uomo è ostaggio
del suo livore, invidioso,
brama vendicazione .
io non dimentico la paura,
l’esser donna aiuta,
ogni vita ha valore.
Fascisti su Marte strepitoso!
Oggi, potrei parlare della paura che ho avuto, ma sto bene, perciò non mi va.
Allora, ho visto ieri sera Fascisti su Marte e ho riso, riso tanto!
Solo io e mi sono posta delle domande, ma fa niente, niente ci fa.
E’ un film intelligente, davvero, se si entra nell’idea di Guzzanti, se si intende apprezzare ogni arguta sfumatura, il lavoro fatto è eccezionale, per me rasenta il genio!
Innanzitutto, il tono, è immediato il gaudio rispetto ai proclami, reali purtroppo, ai tempi del fascismo.
Le parole: si fa fatica quasi a star dietro al ritmo, ma io ancora rido con tutto quel profluvio di aggettivi mascolini e virilizzanti: virile, mascolino, giovane(virgulto), impavidi…
Tutta una risata consapevole dell’atrocità del concreto. Quei proclami erano troppo simili a questi, e la gente doveva crederci!
L’idea balzana che questo gruppo sparuto di sfigati potesse intraprendere la conquista di Marte, tanto quanto quelle campagne africane, effettivamente, che cambia?
Stupendo.
Arrivano ‘sti porelli su Marte con questo Fascello, invece di vascello, di solido acciaio e un combustibile di caffè nostrano, vi ricordate quelli alla carruba o cicoria, non ricordo, non c’ero.
Arrivano e non respirano, ovviamente, ma il comandante ordina di respirare, e loro alla fine ubbidiscono!
Insomma è una parodia goduriosa, ma dall’intelligenza vivace, c’è un’analisi sottile dietro l’evidenza.
La conquista di Marte e poi la ricerca di un nemico per contrastare il malumore dei camerata.
Per cui trovano queste rocce aliene che non reagiscono, per sfida, per non arrendersi e da lì gag infinite: il cercar di arrivare a un compromesso, in cui il nemico accettasse la sudditanza verso il fascismo, la somministrazione di olio di ricino, il fingere attentato da parte di roccia aliena spinta da un camerata per poi incolparla, ma la roccia finisce sulla testa del comandante ed è attentato!
Queste rocce vengono confinate, interrogate, c’è un momento in cui il comandante sfida in lotta libera la roccia che con la sua studiata indifferenza lo porta a capriolarsi continuamente.
Non posso raccontare tutto il film, vorrei scrivere ogni frase detta e analizzarla.
Da vedere e rivedere e concordo con chi pensa che Corrado Guzzanti sia un acuto analista della realtà sociale e politica, che propone il suo pensiero con l’intelligenza e l’arte difficile della comicità.
Lo valuto e rivaluto.
Questo film rimane pietra miliare per me, da proiettare nelle scuole e aprire una discussione, si presta a una analisi che possa prolungarsi per ore, di ciò che è stato, perdura e va cambiato.
Bravo Corrado!!