Sono confusa. Tutum tutum batte nel petto. Tutum tutum. Di giorno, in ogni momento. Copro il battito con le voci e lo innondo di silenzio. Offro il volto al sole e provo gioia e poi, di nuovo il tormento. Sono pensieri che sfuggono ed è inutile corrergli dietro. Sono le incertezze di ieri e un futuro ancora più incerto. Tutum tutum la notte. Tra lenzuola che si attorcigliano, una trappola di feltro. Ode ai sogni e ai cuori che si spezzano dietro. Ode all’amore e alle anime che ha perso.
incertezze
Si sta come una bambola rotta nella cesta dei giochi smessi
Vorrei amarti meglio, giuro davvero.
Quante volte so che aspetti un abbraccio e non so darlo, non so cosa sia successo, io che dico a te insensibile e poi sto lì a difendermi sempre.
Eppure, cazzo, io mi ferisco, ti giuro che mi si squarcia la pelle e faccio certi sogni, certi sogni a volte che non so spiegarmi cos’ho nella testa. Possibile che Hitchcock mi si sia insediato nel cervello?
Sono una donna complessa e complessata, travestita da donna media, socievole e razionale, piedi in terra.
Io questi piedi ce li ho in terra per calpestarla!
Mi dispiace di rendere l’aria solida ogni volta che cerco di avere un rapporto umano con lei, ma che cavolo! Mi si insinua dentro come una piovra e mi terrorizza a tal punto che vorrei rompere tutto, perché non puoi dire a una persona allucinata che è più matta di un asino in groppa a un cammello!
Ho già il freno a mano pronto se serve, ma vorrei amarti meglio. Invece sto lì a guardarmi fare, come un pilota incapace di guidare.
Mi concedo a fette per non perdere l’intero e la vita scorre, mentre pianto i piedi a terra e mi scorre alle caviglie.