Se i giorni della vita fossero pagine riempite d’inchiostro, ne avrei stracciato singhiozzando a manciate. Il fato vuole che ciò che è stato scritto resti e immagino che legando le vite le une alle altre, le preservi dai ripensamenti. Eppure… Pagine a cui non tornare più, ma un capitolo prosegue l’altro e non è possibile scappare, rifare. Non è sempre un bel romanzo la vita, la propria. Forse rimarrà là, sullo scaffale per un po’, finché s’impolvera. Finché un nuovo libro prenderà il suo posto. Ci sarà una soffitta per questi romanzi impolverati? Ci sarà una mano che vi torni per ricordare?
inchiostro
Viaggio in barchetta
Sulla barchetta di carta affronto il mare,
l’onda che avanza inzuppa la nave,
le parole con l’inchiostro scivolano,
tra gli abissali flutti si perdono.
Sento il freddo azzannare la caviglia,
ha passato il livello della chiglia
l’acqua sale e s’affloscia la barchetta,
mi appresto ad abbandonare in fretta.
La barchetta di carta è un brutt’affare,
non è adatta a circumnavigare
nemmeno un granello di sabbia
che nel mezzo del mare s’incaglia.