Ode al solitario


Non v’è scusa. Non dev’esserci. Per chi in solitudine beneficia del proprio vivere. Non si debba giustificare in trite giustificazioni, chi ama la compagnia nei suoi spazi e soluzioni. Ché il solitario s’accosta più volente se non accusato di sociali violazioni. Perché s’isola costui che gode della compagnia gradevolmente? Perché non si muove, non si mostra nei pressi dell’altra gente? Alla giuria di cotanti estroversi detrattori, non si palesa l’evidente diritto di stare per natura bene soli. Asociale, orso, eremita e ancora molti i sostantivi per chi non si vive fuori. Chi non marca la vita a passo di marcia, è un incerto enigma, possibile minaccia. Così, l’umanità che tutto rubrica, s’ indigna dell’introverso che osserva e mai la sfida.

Rispetto (per sé)


Mai rinunciare a se stessi. Né per amore del gruppo, né per alcuna convenzione che ferisca il tuo nocciolo interiore. A volte mantenere il rispetto di se stessi significa esporsi anche quando si è pacifici e con convinzione esprimere il proprio dissenso. A costo di non essere capiti. Si può essere giusti senza essere ingenui. Si può essere inclusivi senza amare tutti. Si può rinunciare a qualcuno perché quel qualcuno esclude persone che noi nemmeno amiamo. Per il semplice motivo che essere meschini è peggio che risultare antipatici. Il vecchio adagio “meglio soli che mal accompagnati” non è a significare la ragione di essere altezzosamente superiori ad altri; piuttosto, il diritto a mantenere saldi i propri principi a costo di essere impopolari. Quando il popolo abbassa la testa e volta il viso dall’altra parte di fronte alla brutalità, c’è sempre qualcuno che si ribella. Qualcuno che inizialmente viene schernito. Qualcuno che forse sarà una statua in una piazza, cui passeranno davanti senza ricordarne la storia. L’eroe che avrà pochi amici. Non saremo tutti eroi, troppo attacati al nostro benessere, ma possiamo rifiutare certamente ciò che nel petto comprime. Alla fine, ognuno è solo con se stesso. Ci deve essere rispetto.

Felice di essere donna


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Se potessi parlare, avrei pensieri da esprimere,
se potessi fare, avrei decisioni da prendere,
se potessi amare, avrei braccia forti per stringere.
Se donna fosse libertà,
gli occhi del mondo sarebbero limpidi.

Un sogno, una speranza per chi lotta oltre la moda e l’apparenza cercando una finestra da aprire sul mondo: per vedere, respirare, esistere.
Nessun pugno contiene vita, se non per soffocarla. La paura è il male che apre la porta all’orrore dell’animo umano. Combattere ciò che ci sfugge dalla comprensione è un suicidio civile.

I bambini, quelli veri


Sognate un figlio, iniziate a sentire quel languore nel petto al pensiero di passetti che si aggiungono ai vostri misurati. C’è una bestia che vi terrorizza ogni qualvolta pensate di provarci: il terrore che la pubblicità impietosa vi ha inoculato con potenti dosi quotidiane! Bambini dall’aspetto angelico, vestiti come bambole, con quel sorrisino clownesco che vi puntano il dito contro, obbligandovi nella vostra inadeguatezza, all’acquisto sistematico di probiotici, auto stellari e  che hanno un vocabolario più esteso della prof di latino al liceo…

Non temete, state tranquilli, i bambini veri:

  • dicono ancora “posso scendere giù a giocare?
  • gridano “mi scappa la cacca!”, quando non c’è un water da qui all’orizzonte
  • si picchiano col fratello selvaggiamente, salvo coalizzarsi alla minaccia di terribili punizioni e sei tu il mostro, sempre
  • ti guardano adoranti per una torta, un film, le coccole, una passeggiata sotto casa
  • ti fanno sentire la persona più importante del mondo
  • ti fanno sentire la persona più spregevole del mondo
  • sonno tutti diversi, sempre e tu devi capirli, sempre
  • ti dicono “sei la mamma più bella del mondo”
  • ti dicono “sei il papà, papi, babbo migliore del mondo”
  • hanno tanti piccoli segreti
  • dicono le bugie
  • dicono la verità che tu non vuoi sapere
  • si scaccolano sempre, sul divano, sui muri, ovunque
  • non tirano lo sciacquone
  • hanno quell’odore che li riconosceresti tra mille
  • sono la migliore cosa che hai fatto
  • hanno la curiosità che tu hai scordato, e non gliela togliere
  • sono gelosi di te
  • ti fanno ingelosire
  • ti fanno tante domande fino a farti esplodere la testa
  • hanno a volte paura dei congiuntivi, non siate parchi coi congiuntivi: fateli conoscere
  • hanno le manine e i piedini più belli del mondo
  • i difetti li hanno presi tutti da lui/lei
  • i pregi da voi
  • sono frutto dell’amore, l’odio che potete provare per l’altro/altra lo rigettate su di loro
  • possono ancora essere, fare, desiderare tutto!!!

La nostra Storia e il Mondo altrove


E se restassi sul mio seno
Cullato dal mio ventre
Ballando sul mio cuore
Ascolti il mio respiro?

Saremmo noi vestiti
Dell’altro la pelle
Profuma l’amore
Nel giorno più caro.

Abbandona oggi
Del domani l’affanno
Libera il petto
Dall’odiosa stretta.

Siamo al mondo
Noi per cosa? Lascia
che il Ladro stringa
nella mano vuota.

Che si fotta il globo
che tutto Obesando
Ingoia e di ossa
Riasfalta il Creato!

Non ci resta che
Noi da stringere
Mentre ti canto
La vera Storia.

Essere donna, giovane e non goderne


Ogni giovane donna “sistemata” ringrazia anticipatamente per la cortesia che si faccia loro non mettendo mani sulla pancia come se si fosse sempre in procinto di sfornare eredi – l’imposizione delle mani lasciamola gentilmente a nostro Signore -.

Il rischio è, oltre all’odio da parte della donna, di farla sentire grassa, affetta da meteorismo evidente o con le ovaie esposte, tipo “ho scordato di rimetterle in sede oggi?”.

La donna è altro ancora e tanto e ricordarci sempre che le donne sono le peggiori amiche e migliori nemiche delle donne è una gran delusione.

Facciamo che sia l’ignoranza, va’ e non un’offesa gratuita.

Quando arriva la menopausa finisce ‘sta storia? Ma quanti figli bisogna fare? Dieci ,quindici basta? Dobbiamo avere la pancia sempre trattenuta, magari smettere di respirare direttamente? oh, è un’idea, sai quante rotture di balle in meno!!!

P.S. una donna a cui le gravidanze capiti che non sempre siano andate bene, non gradisce molto.

Oasi


Nulla che ti leghi a me,
nulla che sia catene pesanti,
ferro ai polsi che segna,
ma le braccia mie avvolgenti.

Come fasce d’infante
io ti tengo al mio cuore
più caro di ogni bene,
ti cullo al petto ansante.

Intrecci di braccia e di gambe
rimane di noi
due tronchi fusi
e rami di abbracci.

Mentre il vento soave
del tuo alito tiepido
percorre le rovine
di ciò che rimane.

Le voci sono tenebre
che oscurano la mente
parole amare che velenano
e non conosco antidoto .

Cerco un’oasi di pace
immergendomi nel verde
e boschi e acque di spirito sacro
voci nuove in animo purificato.

Della rabbia verso la generazione dei vecchi, verso il governo, l’abbattimento di ogni spazio per noi, trentenni di troppo!


Questo tempo, mi schiaccia, mi fa sentire di troppo: io per me stessa.

Mi manca, non so bene cosa, mi manca.

Il massimo, l’allegria, il divertirsi di niente, la spensieratezza.

Quando è venuta a mancare?

Chi lo sa..

Tra un fendente e una pedata nel culo forse.

Tra uno stringere i denti e far finta di niente.

Quel fondo di bottiglia sulla spiaggia non è più un gioiello, è un fondo di bottiglia, di qualche stronzo che si è ubriacato così tanto da lanciarla lì, tra i cocci e fa’n’culo al mondo e a chi cammina scalzo!

Non mi va niente, troppo lo stesso, mi piace solo la novità, forse sono sempre stata così impaziente, dentro.

Andiamo là, al solito posto, tra la solita gente, a non fare nulla, tra le stesse facce, in mezzo a poco più di nulla e non mi va e poi mi la mento se non esco.

Non mi giustifico neanche, insomma, sono bleah! che ne so, smonata, va’!

E preferisco la noia al male, non sono così cretina da non capirlo e ‘sta vita che ce la gestiamo per fare i muli e indietro non si torna.

Mi pare che ogni cosa fatta sia per darla indietro, a quegli squali che per offrirmi ciò che non chiedo e che non offrono davvero, tipo servizi pubblici, mi tolgono la voglia di illudermi di avere mai qualcosa in più e per il concetto che mi ha cresciuto, di valere mai qualcosa in più.

In questo giorno caldo, appiccicoso, che non rimargina le ferite più, io sono ignorante, indolente, pesante, immobile, schifata, spremuta, inutile, scontenta.

E’ così e poi, che c’entra.. si fa finta di niente e ci facciamo  piacere tutto, anche noi stessi, si può, si deve.

E non mi va di pensare alle  tragedie, non è questo il modo di dare valore alla propria vita!

Non è dicendo “per fortuna non è successo questo o quello”, non vale più di una fistola nel culo.

Il discorso è banale, ma l’unico modo è gioire di ciò che si ha, di volere bene, e aver voglia di fare, finché la fortuna ci assiste.

Oggi però no, e va così, oggi mi sento anche brutta, tanto mi sto sulle palle, che mi strapperei la pelle!

Non importa, non fa niente, non cambio le sorti del mondo col mio umore.

Non cambio niente, di niente.

E’ stata tanta di quella merda a palate che ho pregato di annoiarmi e non avere più sorprese, per cui va bene.

Ogni tanto, ma che cazzo.. dove sta scritto che dobbiamo passare sotto le forche caudine?

Dov’è scritto che dobbiamo vivere con la spada di Damocle sulla testa?

Ma che cavolo, mi posso ribellare?

E siamo sempre alla prova, e beato chi soffre tanto che è più caro a Dio.. io mi ribello, ci ho provato, ci ho provato a fondo, ma qualche serpente mi si attorcigliava sempre in ventre..le mie budella!

La vita è una, io voglio viverla bene! Tutti felici, basta incazzature, e le ingiustizie che spargono cinismo come gramigna, io le seppellirei con gli invidiosi, i boriosi, i supponenti e menagramo!

Allora, io a subire sfighe dalla vita non mi sento beata e hai voglia a dirmi sempre che c’è di peggio, ma lo so, e non lo voglio, sono stufa che ci sia tutto questo dolore e non ce l’ho con Dio, mi incazzo e basta!

Gente splendida che combatte senza armi, giganti mostruosi e scusate, ora sarò lapidata, ma mi sento un verme quando trovo innaturale tanta vecchiaia ovunque!

Siamo un mondo alla fine, ecco e non perché io abbia le conoscenze di sapere alcunché, ma quando ovunque io vada, soprattutto se sto male e sono tutti di fretta, devo sgomitare con la vecchiaia, e mica è colpa loro, poracci, ma penso che loro erano la gioventù forte degli anni ’50, quelli che hanno goduto tutto il nuovo e ancora ce li ho sempre davanti, con lo sguardo torvo, le unghie sfoderate.

Sono loro, una generazione egoista, e lapidatemi, ma è la verità, che non lascia nulla, che ha tutti i  vizi e poca generosità.

So, so ci sono le eccezioni, il mio è uno sfogo, ci sono nonni meravigliosi e lo so che tanti sono abbandonati, ma sono sconvolta dalle famiglie abbandonate, senza lavoro, che fanno prima a togliergli i figli che non a dar loro un aiuto.

Ma cosa costa di più? Mi chiedo se non sia prioritario mantenere tutte queste figure specifiche pubbliche e i progetti ad hoc, che non tenere le famiglie unite.

Non badatemi, ho le palle girate, perché non abbiamo niente davanti e vorrei fregarmene, ma non si può fare nulla, non puoi andare a vivere in un bosco con la tenda, devi risponderne, chiedere il permesso, pagare per farlo.. non importa se tutto ciò che paghiamo non andrà mai nelle nostre pensioni, non importa se i nostri figli avranno meno di zero da noi, perché noi stiamo sotto ghiaccio.

Parlano solo di boiate, mi spiace , ma solo cazzate uscite dalla bocca di gente che non molla l’osso, mai, che sta in ballo da sempre. Sempre la stessa generazione, che ha seppellito i genitori poveri, seppellirà i figli e litigherà coi nipoti per l’osso più succulento.

Non badatemi, straparlo, ma io a farmi medicare non ci vado più, che mi sono rotta le palle una volta di troppo, per fortuna non è niente che ci metterà una vita..

Dovremmo lasciarli tutti in mutande, smettere di produrre in massa e vediamo che succede.

Dovremmo essere più in forze a decidere del nostro futuro, non chi ci svuota le tasche e non ci lascerà niente!

Non ce l’ho con questo governo, non fatemi così tanto ignorante, che volete fare se sono decine di anni che si inventano soldi che non ci sono e se ne intascano di veri, ma veri veri?

Che volete farci se il nostro vero governo è stato il potere criminale, che ha deciso di tutto il sociale e il pubblico e si ricrea il buco nero al CERN, sì, intanto la gente crepa ancora, perché non ce la fa più, per solitudine, per fame, per desolazione, e per aver perso tutto, sopra ogni cosa la speranza.

E lasciamoci allora cullare nell’utopia dei pensieri, dei sogni, intanto che la vita prosegue tra richieste di pagamenti, ogni mese. L’acqua la paghiamo, anche l’acqua, ma ci pensate mai? Non ci lasciano nessun bene di prima necessità senza pagare, manco l’acqua, sapete che è cosa recente, vero?

Non importa, l’acqua si può bere, e insistono sempre.. allora, prendete un contenitore di vetro limpido, perfettamente pulito, riempitelo d’acqua e lasciate lì, almeno un giorno.

Niente frigo, così, fuori. Poi, bevete, se ritenete il caso.

Tanto vale bersi cloro direttamente e la terra, magari la rimetto in qualche vaso.

Ok, ho finito, ne ho mille, ma ho finito, se no mi odierete pensando che ce l’ho coi vecchi, eppure sapete l’amore viscerale per mia nonna, che era unica però.

Buona serata e non badate a ciò che ho scritto, frutto di una mente bacata.

Nuovo giorno


Illusioni di forme,di giochi e di colori.

Ogni suono è una canzone e la luce filtra di gioia,

come nascere a primavera senza vesti, né ricordi.

Il mondo è una mappa da segnare ad ogni tappa,

zaino in spalla, scarpe comode, mi rimetto in marcia.

Lupi, cavalieri, onore e coraggio, sono i miei compagni di viaggio.

Sfoglio le pagine della mia via, ricordi e pensieri a fondersi,

ogni emozione un regalo inatteso, un fiocco strappato al nuovo dono.

Sento la vita che scorre nell’aria, in questo giorno nuovo,

di quest’estate che rinfresca avvolgendomi di festa e di speranza.

Sono vita tutt’intorno e dentro me, ancora provo, ancora sono.

Musica di natura che scorre, canto di via che chiede,

mi metto al centro del pensiero e a palmi aperti giro voricosamente

e rido rido rido, finché il cuore non mi esca dal petto!

di getto


rubiconda la mia stella

si consuma nella valle

prende fuoco mane e sera

e m’avvolge come scialle

mi sovrasta in un accordo

di stonate litanie

mi contorco e mi rivolto

sono andate le malìe.