Ti regalo uno scorcio di paradiso, un piccolo frammento di solletico, di viscere aggrovigliate.
Mi sostengo su pilastri di foglie secche, rami spezzati e speranze disattese, ma… resto in piedi.
Guardo il mondo da dentro, guardo la gente da fuori e mi ritrovo fuori centro.
Piccole sottigliezze che non colgo, stupide meschinità da svelare, con un colpo di vento.
La verità, la ribellione alla menzogna è un potere che bombarda, la prima libertà negata, in ogni contesto e pubblica comunione.
Io contesto.
Contesto e non polemizzo, contesto e non mi faccio strumento, chiedimi e avrai solo verità, tanto che mi spaventa.
Chi sei allo specchio? Chi sei tu, donna?
Abbraccio gli oneri e le responsabilità come la ruota che gira e girando porta la vita in moto.
Vivo tra le parole, tra le immagini che la mente disegna a capriccio. Sono io, mi puoi toccare, mi vedi tra i sospiri, le attese e le emozioni che premono?
Solo il tempo, il tempo che porta via, che trascina e volta le pagine… non torna indietro, nessun istante.
Il domani è lì, immobile ondulante nel sua fissità, inafferrabile e prevedibile, traditore sempre. Sorprendente, a volte.
Ho giocato le mie carte, male. Le ho giocate e non sono capace. C’è chi alza un sopracciglio, chi si morde le guance e io sto lì, composta e sorridente, a meno che non incominci a borbottare stralci di sincere imbarazzanti elucubrazioni.
Allora, portami via, portami un po’ lontano da me, da te e da loro tutti, che non voglio dimostrare nulla di me, non capisci che non me ne frega niente?
Fammi dimenticare noiosissime faccende quotidiane, le lotte senza vincitore.
Dov’è il sorriso che si è perso e le antiche risate?
La passione sfuma e si disperde nel soffio di troppe menzogne, piccole, sì, piccole, ma feriscono di meno?
Nel cuore solo canzoni e cieli aperti, due occhi in cui trovare un senso.
Scrivere, battere sui testi e gettare un po’ di vento fuori da questo cervello.
Un prurito da grattare, una sete da placare, sensi assopiti che chiedono di bruciare, bruciano tra le parole, tra le storie mai vissute, o in parte, o chi lo sa.
Non c’è modo migliore per restare che vagare lontano, senza recinti, senza muri che contengano.
Sarò in pace, un giorno riposerò col resto del mondo il sonno senza ritorno, sarò allora la moglie, la madre e un’immagine irreale da mostrare.
Le mie parole saranno dimenticate, i miei sogni perduti. Le mie storie orfane saranno abbandonate nell’oblio del futuro e chi mi avrà mai conosciuto?
No, sono sicura che non mi ami e questo mi disamora.
me
mani vuote
Lontano i sospiri da me
si dipartono liberi e
io costante rivolto
la terra tra mani
fili tra le dita
sottili bugie
da mangiare
non c’è nulla
tra me e te
non c’è nulla
tra le mani
solo terra
caduta sui piedi
è smarrita la via
che porta via da te.
Una moneta di rame
Una moneta di rame, sul tavolo della cucina.
Il sole fa capolino dalla finestra aperta.
La moneta di rame sembra così bella, preziosa come un campo di grano che nuota nel vento.
L’odore dell’estate pervade l’ambiente, una lacrima ha valore anche quando non c’è testimone.
Ho perso il sonno nei sogni spezzati, ho perso la strada verso il mio cuore.
Stringo le braccia per non cadere, mi tengo unita per esistere.
Il sole mi schiaccia e la vita mi chiama.
Una moneta di rame sembra preziosa.
Una preghiera cade nell’immenso celeste.
Aiutami, aiutami e non lasciarmi sola.
Troppo rumore in una bocca che parla, portate via da me le parole che non so prendere.
Ho i pensieri che riempiono la mente, come fiori che sbocciano, popcorn che scoppiano.
Una moneta di rame tra le mie dita, piccola la vita .
Preziosa.
Memorie morte
Quel buco sul muro va chiuso.
Lo sguardo bordato che cade
Su giorni che annegano ieri
e non tornano, si scordano.
L’occhio cerca un immagine
che il cuore rifiuta e cancella.
Non si è più, si muore di sé
le spoglie di ieri sepolte.
Allora, chiudo quel buco
e vi poso un fiore, per me.
Della famiglia e della storia
Che poi il sangue non riempie i tratti comuni, non li vivifica, non basta.
La linea d’un naso si ricalca, a volte identica, ma lo sguardo raccoglie l’esperienza e definisce il quadro.
Come i libri da colorare per i bimbi: una volta presi e pitturati a proprio gusto, non sembrano gli stessi come alla partenza.
Insomma, sono un libro che ricorda altre edizioni, la casa editrice perlomeno, ma tra correzioni, aggiunte, cancellature, sono ormai un’altra storia.
Noiosa, inconclusa, eternamente fuori tema (penna rossa!) e allora? Chisseneimporta.
Uno e uno, uno solo.
Non ti accostare a me, non mescolarti che non torneresti intero, non potresti. Non scivolare sulla mia pelle, potresti volerlo e se poi mi volessi davvero? Puoi immaginare di vivere per me, di perderti in me?
Non credo, è meglio camminare a passi ordinati, meglio sfiorarsi e poi, poi decidere al momento: ignorarsi, prendersi, che importa? È un momento e ci si riveste.
Vuoi la mia pelle? Non credo; non vorresti neanche le ossa.
Dai, fa niente, non ti toglie niente: sei bravo lo stesso, un bravo bambino, lo sai? Sei uomo, lo so, un uomo vero, ok? Sono io, sono sempre io, con la mente imbronciata.
Sognavo di volare, non alto, solo volare, ma non ho imparato.
Il Liebster Award colpisce ancora e a colpire é l’ Amicia!
Eh sì, la mia cara Amica (http://ilblogpeloso.wordpress.com/) , o Amicia come ci si chiama tra noi, è tornata alla maison e mi rinomina a sua volta! innanzitutto Bentornata, Micie comprese 🙂
Ora, sono lieta di rispondere alle tue domande, spero di riuscire al massimo dell’onestà!
- Gli animali come li consideri?
- Come carattere sei gatto o cane?
- Un nome adatto ad un gatto?
- A quale genere umano sei allergico?
- Se mi inviti a cena, cosa mi cucini?
- Scrivi online per te stesso o per essere letto?
- E’ di moda condividere tutto sui social, se lo fai mi spieghi il senso di ciò?
- Hai di fronte chi ti ha fatto del male, cosa gli diresti?
- L’aspetto più bello e il più brutto della vita?
- Hai un consiglio di vita da darmi?
Ecco me:
- Considero gli animali parte del mondo, vita e poi, nel mio sentire, trovo affascinante osservarli, ci potrei passare le ore. Ho avuto nell’ordine dalla mia nascita:un cane e un gatto,un gatto, un coniglio e una cavia, un gatto, due tartarughe e due pesci rossi.. e a volte mi sento osservata…. sarò affascinante?
- Gatta (Felina)! Faccio le fusa e poi arruffo il pelo, mi stendo al sole beata e un attimo dopo balzo su e me ne vado. Voglio coccole, ma se non è il momento con un graffio te lo faccio capire. Gioco da sola, mi perdo nei miei pensieri e quando sto tra estranei mantengo una parvenza di sicurezza, ma agito la coda.
- I nomi dei miei gatti sono stati: Lilli e Max. Adatti?
- Al pettegolo dal pelo lungo, gli si arruffa sempre e mentre annusa il sedere degli altri, ha le sue cosacce attaccate al didietro! 😉
- Wow… Allora, dal momento che finalmente ho imparato a fare il pane bene (con vari stadi di panificazione): pane fatto da me, gli gnocchi di patate al ragù, o al pesto, gamberoni alla mia maniera (un po’ piccanti e un tocco segreto di burro) e una fragrante crostata alla marmellata di lamponi. Insomma tutto passa dalle mie mani per comunicarti il mio affetto.(ho scordato il contorno.. fagiolini e patate novelle saltate)
- Onestamente, per me stessa, ma ho da tempo imparato ad amare chi mi legge, profondamente, e tengo sempre in considerazione anche l’unico lettore che passerà di qua: scrivendo onestamente ciò sento, cercando di non spiegarmi, ma di esprimermi e lasciare libere le emozioni altrui sulle mie parole. Non scriverò mai ciò che penso voglia essere letto, per me sarebbe una sterile prostituzione del pensiero.
- Ah, che dolore! Penso che ciò che materialmente faccio ogni minuto sia terribilmente noioso, perché tediare gli altri? Invece di scrivere emozioni, storie, sarebbe meglio se scrivessi che sto sul divano davanti al pc, con la musica di sottofondo, piove, ho mangiato a sazietà e ora spero che figli e amico non mi distruggano casa? Le foto mi piacciono, senza didascalie magari e i blog, i siti tipo deviantart.. insomma l’espressione di sé, non il copia e incolla di sé.
- Direi … Come stai? e poi ascolterei le solite parole… una figlia cos’altro può fare?
- La vita stessa e ogni forma di amore. gli abbracci stretti, i baci, gli sguardi e ogni risata con la gola aperta.. l’aspetto brutto…la morte, la perdita e il rifiuto, in ogni forma, anche nella frecciata gratuita che mi spacca la pelle.
- Io non ho da darti consigli, ma sai che faccio il tifo per te, sempre! Perciò ascolta bene: la tua salute, innanzitutto e so che fai del tuo meglio per dare te stessa alle persone che ami e ricorda CHE TI AMANO. Sii te stessa così, sempre e al mondo ci sarà sempre una Amica Vera.
Le gemelle
Si guardano sempre.
Tenendosi per mano.
Scrutano, con le unghie scavate nell’anima.
Un ghigno malvagio, sotto le occhiaie cupe, si accompagnano.
Una ride di follia, l’altra geme il suo strazio e ondeggiando i fianchi cullano la vita.
Le puoi vedere, quasi toccare: sono affascinanti nell’indurti terrore.
Vuoi scappare e gridare il tuo muto sgomento, ma sai che non ti appartiene.
Sono mie, loro, il mio riflesso: ciò che sono e sarei stata.
La follia: il perduto treno, la vita che non si ricompone.
Si guardano e si tengono e sanno, loro sanno e tutto osservano.
perdonami
Perdonami se puoi.
Ho dubitato del tuo affetto e a volte preferisco allontanare il pensiero di te, perché l’incertezza del mio posto nel tuo cuore mi riempie di tristezza.
Quella pianta si è insinuata nello stomaco e le radici stringono, non riesco a rivedere il tempo insieme senza ricomporlo. So che volevo essere per te quel tenero affetto che non ero per alcuno. Volevo un posto dove risplendere e so che non era vero, ma il sangue ci unirà sempre.
Troppo il tempo muto che si riempie di sospiri e io languo nel tormento.
Si rifà in me viva l’arrendevolezza, la stroncante consapevolezza del valore che mi porto dietro, su quel cartellino che segna sempre il mio misero prezzo.
Ho pensato di essere stata d’altri, per tollerare meglio, per cullarmi nel delirante sogno di una coppia persa nel mondo che amava me sola, come un pezzo di cuore rubato.
Poi, mi sono legata a te, inebriandomi del tuo sapere, del tuo accettarmi e guardarmi meglio.
Ora, gli anni sono andati indietro e tu non sei più e io non ti avrei chiesto questo, perché si parlava di tutto il resto, ed era implicito il nostro attaccamento.
Anche se non mi cercavi, anche se andavi altrove e non da me.. anche se, anche se, anche se… ogni momento speso con te sentivo di appartenere, o m’illudevo.
Eppure mi manchi, come un pezzo di cuore rubato e nessuno a dirmi se lo tieni caro.
Diventare grandi e non essere mai dei grandi, ma granellini sospesi in un alito di vento.
Io accetto, la mia sconfitta, la mia incapacità di recuperare, non l’apprezzo, ma l’affronto.
Sono un orso polare e ho bisogno del mio inverno, ci vediamo al disgelo.
Vorrei solo avere quella certezza nel cuore d’essere stata preziosa davvero per qualcuno, per me stessa, senza sforzo di essere una versione migliore. Con te lo ero, totalmente, di questo ti sarò grata sempre. Dammi un segno.
Cenere sul capo e rose nel cuore
Cenere sul capo perché semplicemente sto trascurando il mio giardino segreto, il mio luogo privato in cui scrivere a perdifiato il mio pensiero e poi, in un tocco di tasto, lasciarlo libero, nell’etere, nell’internettere.. e condividerlo.
Porto però anche rose nel cuore oggi, grazie a chi si ricorda di me, grazie all’Amicizia che inaspettatamente nasce tra questi click, e mi innalza con fiducia , ricambiando la stima e il calore, grazie agli affetti di sempre, quelli che subiscono i miei impeti di umore: sorrisi e poi occhiatacce, rimbrotti e consigli, carezze abbracci e scappellotti. L’Amicizia che tenace attraversa il tempo, i ricordi, le memorie… e torna, a casa, nel mio cuore.
Perciò oggi, fugacemente, prima di coricarmi, come la gallina che sono, o un gallo in corpo di gallina (mi sveglio all’alba in questi giorni!), offro a voi tutti in amicizia le rose, i fiori del mio natale. Sono trentaquattro, letteralmente, primavere, dal mio primo respiro, un bacio.