Per un istante, un momento solo, l’abbraccio amoroso, tenero, annientante. Tra le braccia il mio rifugio, nel respiro la promessa, nella spinta la salvezza. Piccola, indifesa, presa. Illusione e bisogno, la resa totale, cadere per non morire. Giorno in giorno, passa tutto e scorro, mi trasformo. Nel petto stretto il ruggito, mentre belo il mio lamento e non perdono. Ho sbagliato e non perdono, ho perso troppo tempo. Ti guardo dormire, so chi sei e mi pento, mi detesto. Seppelisco cuore e radici e mentre affondo sogno. Rifugio di braccia, respiro di vita , mano che stringe la mia. Non mi trovo e corro ancora, tra vicoli più lunghi e bui. Tutto mi assale e nulla si posa, ho spalle affrante. Tu eroe, tu conoscitore, remi in vasca. Dove andrai senza mare? Apri la porta di casa. Scorre dentro, tra flutti in tempesta e dighe ferme. Tra il battito impazzito e la gabbia sul petto. Finché respiro, finché vivrò e poi pace.
rancore
Verde bile e solido rancore
Quando il dolore è in piena
Il terrore di esserne sommersa mi assale,
Imponendomi come argine l’odio,
il rancore verde
Come giovane ramo
Sottile fuscello frustante
Che si flette e non si spezza .
Io mi fustigo e rimpiango
E mi pento e mi affondo
Non concedo perdono
E mi dimentico
Ignorando lo specchio
Alzando il volume
Voltando le carte
Sfogliando pagine
E odiando immensamente odiando
Ogni istante di silenzio.
Piccolo cuore nero
Sciocco lo stolto s’intende saputo,
mira lo scoglio con dito puntato,
tira al bersaglio con stolido colpo,
manca il traguardo con anno d’avanzo.
Ride la gente del suo rossore,
il gozzo si riempie di cieco furore,
strilla e s’impunta pestando i piedi,
guardando la folla con occhi biechi.
“Arriverà il giorno che piangerete
per mano mia voi perirete
saranno giorni di cupo terrore
conoscerete lesto il vendicatore!”
Qualcuno sbiancò d’un tratto incerto
ma il resto del popolo seguitò il concerto
di risa e di scherno colpendolo al centro
del suo piccolo fumoso nero cuore.
Allora lo stolto s’andò incespicando,
le peggiori torture in seno meditando,
s’apprestò i neri cuori a unificare,
nel più scuro terribile affare.
In capo a un anno dall’umiliazione
il sordido gruppo si fu all’azione,
menando colpi ai passanti ignari
facendo schiavi quelli contrari.
A menare lo stolto per il naso
si rischia di perdere la mano
‘ché lo stolto non intende ragione
al di là del piccolo nero cuore.