Il gigante continuava il suo lento avvicinamento, sempre roteando la mazza chiodata, come fosse un manganello.
Ruben sentiva il suo cuore impazzito battere alla velocità impossibile d’un battito d’ali di colibrì.
Lara non si vedeva e aveva la folle idea di andarla a cercare, ma il coso abnorme sicuramente non avrebbe acconsentito.
Adesso Ruben si stava incazzando sul serio,così non andava. Tutta quella strada per cosa?
Per morire schiacciato come un moscerino da quel gigante mal vestito?
Si leccò le labbra secche con la lingua così asciutta da sentirla come un pezzo di carne cruda gettato in bocca.
Il nervosismo gli stava annebbiando la vista e gli occhi presero a danzargli tra le orbite come biglie impazzite, aveva quello sguardo da schizzato che in altri tempi, ormai dimenticati, gli aveva causato non pochi guai.
I suoi occhi azzurri si erano scuriti tanto da sembrare braci, vivi tizzoni ardenti, il pensiero di Lara in pericolo lo faceva soffocare e un fiotto di bile gli salì in bocca.
Sputò con rabbia sul terreno sassoso e strinse i pugni, le spalle rigide, il collo contratto.
“Ehi tu, Bambinone dai gusti discutibili? La mamma non ti ha insegnato che prima di minacciare la gente con armi improprie bisogna presentarsi?”
Ormai Ruben aveva perso il freno, era pronto ad affrontare il gigante, qualsiasi fosse stato l’esito finale: l’adrenalina era in circolo e i muscoli si contraevano fuori controllo.
Il gigante parve sorpreso. Si fermò con le enormi braccia stese lungo i fianchi. La mazza sbatté contro il terreno con un roboante sussulto di pietre.
Lo sguardo fisso su Ruben, sorrise con quello squarcio sulla guancia e i denti aguzzi in vista.
Con voce potente, una grancassa vivente, rispose divertito: ” E così, tu, l’ultimo tra gli ultimi vuoi sapere il mio nome?”.
Ruben cercò di mantenere la posa, puntellandosi con i pugni sui fianchi e i piedi piantati in terra. Non rispose, sperando di passare per spavaldo, temeva invece che la voce sarebbe uscita stridula, come quella di un topolino.
“Bene, bene.. mmm.. mi pari un bel bocconcino tutto sommato e poi la fame non ha occhi, giusto? Io mi chiamo Gorgo e non so se ti servirà saperlo, dal momento che non potrai ricordarlo.” , parlava molto lentamente, come chi è sicuro di non perdere l’attenzione del suo pubblico,”Ora noi due scopriamo chi passerà oltre. Io dico che andrò dalla tua parte della strada e tu andrai dall’altra parte della vita.. AH AH AH !”.
Il gigante rise di gusto e una cascatella di sassi prese a scendere dal declivio.
Ruben fece un testamento mentale e salutò Lara con disperazione. L’avresti ammesso prima o poi, c’ero vicino! Mi ricorderai come un eroe che si è sacrificato per te. Proprio adesso che stavi per cedere! Quanto sono sfigato io!
L’energumeno vestito come un arlecchino uscito da un incubo, riprese a muovere la mazza e la roteò con sempre maggiore foga. Ora ridacchiava realmente divertito.
Ruben sospirò e cancellò ogni pensiero. Era pronto al confronto.
Il gigante mosse un affondo verso Ruben che schizzò tra le sue gambe.
Quell’orco infiocchettato si incupì e girandosi menò un altro fendente.
Ruben se l’aspettava e questa volta saltò in alto mirando al suo mento con un calcio.
Non arrivò a tanto, ma riuscì a colpirlo sul petto.
“Moscerino, io ti schiaccio!” e alzò il braccio velocemente mirando il cranio del ragazzo.
Ruben pensò lesto a cercare una via di fuga laterale, ma c’era lo strapiombo sulla sua sinistra ora e sulla destra la roccia!
Si lanciò giù a occhi chiusi, preferendo quella fine al pesante braccio dell’orco.
“Ruben! Ma che idea è questa?”
Ruben sapeva di aver ritrovato Lara, finalmente erano liberi. Senza corpo, ma liberi. Si sarebbero amati spiritualmente.. senza corpo! Ma che destino infame!
“Ruben, apri gli occhi, ma sei completamente uscito di testa?”
La voce di Lara, incazzata anche in paradiso..che tipa!
Ruben aprì gli occhi e si ritrovò il viso di Lara chino su di lui.
Si accorse di essere immerso in un cespuglio di rovi e capì di essere un imbecille vero.
“Lara, stai bene? Quel mostro non ti ha fatto del male, vero?”
Lara si mise a ridere, ma non poteva mascherare gli occhi arrossati e l’improvviso sollievo.
“Ma di che parli? Stavo cercando di recuperare qualcosa di commestibile, perché se Gorgo ha la pancia vuota non ragiona bene e poi tu che cerchi di imparare a volare come un passerottino!”
“Tu conosci quell’orco? Ma l’hai visto? Ha cercato di farmi fuori! Mi ha minacciato con quella mazza chiodata e i vestiti? Indossa una specie di collage di abiti delle sue vittime!”
Ora Ruben era davvero agitato e mentre gesticolava impazzito, non badava ai graffi che si infliggeva tra le spine.
“Fermo, stai fermo cazzo! Non vedi che ti stai rovinando? Questo cespuglio è più pericoloso di Gorgo! Lui è così, ma è innocuo. E’ grande e la gente al suo paese per ringraziarlo, ha raccolto vestiti smessi e gli ha cucito quell’abito. Lui è sensibile e l’ha messo per non offenderli. Prima girava nudo.”
Ruben scattò su senza badare a quanto si stava lacerando in tutto il corpo.
“Nudo dici? Quel coso abnorme? E e.. tu l’hai visto anche?”
Ora Lara rideva apertamente e le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi erano di puro divertimento!
“No, non l’ho visto Ruben, ma ne hanno parlato molto! Oh sì, se ne parla ancora!” e gli strizzò l’occhio.
Ruben arrossì violentemente e si morse il labbro, poi capì: “Mi ha preso in giro vero? E’ per quello che non mi ha colpito?” si sentiva un verme, ” Non mi avrebbe schiacciato, tu lo sapevi? Eravate d’accordo?”
“Non eravamo d’accordo ragazzo. Scusa se ho giocato un po’, volevo vedere di che pasta era fatto il ragazzo che accompagna il capo. Tutto qua. A parte il volo d’angelo, sei stato in gamba.”
Ruben non rispose, ma prese la mano di Lara e la strinse forte e lei lo lasciò fare.