Liebster award per Racconti e Ciarle


liebster award

 

Grazie Jacopo!

Ho trovato questa sorpresa graditissima: “Ciao,
ho nominato il tuo blog al Liebster Award (http://jacopomarocco.wordpress.com/2014/02/15/nomination-liebster-award/): sicuramente già sai di cosa si tratta, in ogni caso è tutto spiegato nel post.
Ciao
Jacopo”

Non me l’aspettavo e ne sono lieta, Il Liebster Award è un riconoscimento per blogger dai blogger, perciò spontaneo, e permette di far conoscere i blog che ci piacciono agli altri blogger. Apprezziamo e promuoviamo !

Riporto le regole dal post di Jacopo per il Liebster Award:

Ringraziare e rilinkare il blogger e il suo blog di chi presenta la candidatura;
Rispondere alle 10 domande poste da chi mi ha nominato;
Nominare altri blog con pochi followers;
Proporre ai tuoi candidati 10 domande;
Andare sui singoli blog e comunicare loro la nomina.

  1. Perché un blog?
  2. Chi ti credi di essere?
  3. Hai mai visto LOST?(Se no, non proseguire neanche)
  4. Una cosa che non rifaresti mai più?
  5. Andare o restare?
  6. Autore preferito?
  7. Libro preferito?
  8. Racconto o romanzo?
  9. Anche tu trovi patetiche il 95% delle pubblicità?
  10. L’ultimo sogno che hai fatto?

Ecco me:

  1. Un blog per avere un posto mio, un giardino  “segreto”, in cui coltivare fantasie, pensieri e ogni istinto di vomitare ciò che mi comprime il petto. Senza più disboscare foreste inermi.
  2. Una mente febbricitante a tratti con spunti di banalità imbarazzante.
  3. Visto, fino a che vederlo è diventato faticoso, fino a che LOST era il mio tempo.
  4. Perdere un bene prezioso per educazione, e quel bene quando è perso è per sempre.
  5. Andare sempre avanti restando per chi ha bisogno di me punto fermo.
  6. Istintivamente King, il Re Rosso, perché  mi ha influenzato e ha dato alla passione di scrivere un senso, facendomi capire che è difficile, e che bisogna aver rispetto di chi legge.
  7. Il profumo di Patrick Süskind, estasi e tormento, un viaggio che resta e non risolve il tumulto che si ha dentro, lo esprime.
  8. Romanzo, per fame, racconto per piacere.
  9. Odio la pubblicità perché mi molesta, apprezzo la mente creativa che va oltre e ci mette del proprio facendomi sorridere.
  10. Un corridoio bianco, gente estranea e familiari: porte aperte su stanze candide e una vecchia zia che piange il morto con la figlia: chiedo a Lui se è il caso di avvicinarci, ma lui risponde che non ci riguarda e il cammino prosegue in silenzio. (vero e perciò non commento)

Ora le mie nomine! Siccome sono libera, mi concedo di essere di parte e ci metto pure l’affetto 😉

  1. Il Blog Peloso di Figaro, Magò e Mia
  2. La Franci R.
  3. Samanta Giambarresi
  4. Latex and Lollipops
  5. Pensieri liberi.. ma non troppo..
  6. Marco Gasperini
  7. Suoni e Passioni
  8. Manutheartist
  9. ….NITHAEL e KYRA…Blog di Marcello e Laura
  10. Scrivere creativo

 

Ecco, le mie 10 domande a cui rispondere:

  1. Perché scrivi?
  2. Qual è il tuo sogno ricorrente?
  3. Chi saresti se potessi reinventarti?
  4. Qual è la canzone che cerchi quando hai la tempesta dentro?
  5. Il bacio più bello della vita?
  6. In quale romanzo vorresti vivere?
  7. Quale libro salveresti se fosse l’unico da salvare al mondo?
  8. Cosa ti spinge ad andare avanti ogni giorno?
  9. Cosa pensi di me?
  10. Cosa vuoi che io sappia di te?

 

I miei racconti e la mia faccia a voi


Ok, deciso, vado, mi getto che sennò poi cambio idea!

Ho scritto quattro racconti e li ho messi in valutazione sul sito ilmiolibro.it.

I primi due racconti li ho scritti lo scorso mese, un po’ in fregola, per mettermi in moto, per non cambiare idea.

Le storie brevi vengono messe a disposizione per essere lette e valutate, ma anche commentate da chi volesse farlo.

Le storie sono qui.

Nel mio profilo non appare nulla purtroppo perché non ho ancora pubblicato un libro, niente di che, ma si può fare, non che questo ti faccia diventare uno scrittore, come sempre solo uno scrivente.

Comunque i miei racconti sono:

  1. “Un viaggio assurdo” pag.19
  2. “Un giorno da ricordare” pag.17
  3. “Il ritorno di Ruben” pag.3
  4. “La negazione di Dan” pag.2

Le pagine cambiano in base ai racconti che vengono aggiunti, perciò fra un po’ il primo potrebbe trovarsi a pag.20, portate pazienza.

Imploro venia per errori di punteggiatura o simili sfuggitimi, inaccettabile, lo so.

Ecco fatto.

Chi ha letto i racconti fin’ora messi di Lara e Ruben, scoprirà il mondo parallelo di Ruben da cui nasce l’idea dei racconti in chiave diversa che metto in blog. Eh, sì nella storia che sto scrivendo, “Il ritorno di Ruben” è solo l’inizio, lui è il protagonista e i caratteri dei due sono diversi come il giorno e la notte!

La negazione di Dan è un’altra storia di cui ho messo solo la prima parte.

Dite voi, fate voi, senza impegno.

Grazie in anticipo però!

Post in sordina, solo per voi


Post in sordina.

Shhhhhhhh.. parliamo sottovoce,ok?

Solo per sondare il terreno, senza impegno, è che c’ho la fregola di fare un passo avanti, un bisogno di di più.

Sarà che ho gli anni di Cristo e mi sento di fare una svolta, oppure semplicemente diciamolo tra noi, che ormai un po’ mi conoscete.. è il caldo, svalvolo, mi annoio, scrivo da sempre, che non significa sia decente ciò che scrivo, ma semplicemente che scrivo.

Mi chiedevo: se io stessi mettendo dei racconti in un sito per racconti e libri, per ipotesi, voi vorreste leggerli, commentarli, consigliarmi su quali portare avanti prima in romanzo?

Assolutamente ipoteticamente parlando, insomma, dovrei rinunciare all’anonimato di cui mi importa sempre meno: che devo nascondere, che faccio di male? Però il gusto della libertà di avere una maschera è il sunto teatrale, la commedia della vita.

Dite voi, io farò in base.

Shhhhh… tutto sottovoce, tanto siete in pochi ormai a leggermi, che i miei post appaiono solo a chi è iscritto, non sappiamo il perché, avrò smanettato troppo, non ci importa più, se volemo bene lo stesso.

Fate voi.

In un certo senso… mi dileguo.


In un certo senso.

In un certo senso è tutto così: relativo. Possiamo esprimerci ovunque, meglio in rete che in casa, ma questa bulimia di opinioni e cibo, di poker e alcolici, uscite notturne in cerca di sesso e chat che scottano… in un certo senso mi sa che il silenzio fa paura.

Io lo temo, da un po’. Quando lo affronto e guardo i miei demoni nelle iridi infuocate, mi sento più forte. Come il telefono che è il mio girone dantesco, se potesse avere le corna, mi parrebbe più coerente. Il max è farci due foto, scaricare applicazioni cretine per addobbarlo bene, ma usarlo per il suo principale scopo.. giammai!

Ho le mie ragioni però. Non è possibile che le telefonate siano sempre deludenti, talmente deludenti che sto male un giorno intero. Notizie orrende, sfoghi, scene mute.. il mio disagio cresce e vorrei chiudere così, senza spiegazione per favore.

In un certo senso leggere è uno svago eccezionale, funziona alla grande, un trip del cervello senza tossine. Scrivere è liberatorio, ma farlo con lo scopo di farsi leggere richiede un po’ di impegno, di dedizione, niente vomiti dell’anima, ma espressione della fantasia nascosta da qualche parte nel cervello.

In un certo senso è tutto deprimente, senza drammi, senza cose giganti, forse è questo senso che manca e non c’è modo di cambiare le regole del gioco. Si fa così, si parla così, si gestisce così, si è donna così, e i ruoli così.. in un certo senso.

Forse è uno di quei periodi che non mi va, non mi va niente,davvero. Possibilmente niente drammi di alcun genere, niente rotture, niente sfoghi prolissi, niente obblighi insulsi. Vorrei riprendermi da tutto quel che è stato, mi tesso il mio bel bozzolo soffice, un  libro e un block-notes con penne, magari un Sudoku di 1000 pagine appresso.

La fase farfalla non mi interessa al momento, troppo lontana. Mi basta il bozzolo, in un certo senso.

 

Un incontro particolare-I racconti di Lara e Ruben.7-


Ruben stava stava piazzando trappole per lepri nel sottobosco.
Avevano percorso una buona parte del tragitto da fare, ma ne avevano ancora per molto.
Raramente ormai si avventurava solo, c’era sempre un compagno con lui, Gorgo il più delle volte.
Aveva bisogno di stare per conto suo, almeno ogni tanto, per riflettere in pace, senza dover fingere che tutto andasse bene, che tutto gli andasse bene.
Sembrava fosse passata un’eternità da quando viveva con gli zii in un piccolo villaggio.
Non è che avesse passato un’infanzia felice, ma lui era stato un ragazzino spensierato, a dispetto degli eventi.
I suoi erano mancati presto e il riserbo sulla loro sorte era un motivo valido per il suo viaggio.
Sapeva che c’era molto in ballo, che il silenzio degli zii aveva avuto un prezzo.
Non è che l’amassero, ma lo tolleravano e quando avevano compreso quanti guai potesse combinare, si erano arresi: niente più lavoro nei campi, né urla, né botte.
Un pasto lo trovava sempre, e per il resto del tempo stava in giro a bighellonare.
Gli zii però avevano finito per amarlo sul serio e non toccando l’argomento genitori, gli avevano spiegato alcune cose sulla Città Sacra e i suoi abitanti.

Un giorno era passata Lara dalle sue parti e gli zii l’avevano ospitata con deferenza.
Ruben si era rifiuato di essere rispettoso, ma al contrario del solito, era rimasto, troppo incuriosito dalla ragazza. Poi, l’incendio che era divampato nel villaggio. Lui e Lara erano rientrati da una gita nei boschi, che scoprì poi essere stato un giro di perlustrazione, e avevano trovato un mucchio di cenere e desolazione. Tutti morti. Non c’era una spiegazione logica a un distruzione così rapida, la magia era l’unica parola che gli girava in testa, ossessivamente.

Si riscosse da questi pensieri che non sapeva risolvere, per scoprire di avere ormai svuotato il sacco per le trappole.
Tornò sui suoi passi silenzioso, ma un guaito lontano lo fece fermare.
Ascoltò immobile. Niente. Fece un passo e il guaito ricominciò. Fermo. Niente. Passo. Guaito.
Ruben allora cambiò direzione, aveva capito dove fosse la fonte di quella voce.
Fu attento a non calpestare rami secchi che potessero spaventare la creatura in affanno.
Scrutò tra i cespugli e trovò una piccola radura al centro della quale un ammasso di pelo rosso si contorceva disperato.

Si avvicinò con circospezione. Due occhi tondi gialli come l’oro lo guardavano con terrore e dal musetto tondo e un po’ schiacciato usciva un lamento di dolore.
“Stai tranquillo, voglio aiutarti. Prometto di essere gentile se tu ti calmi, ok?”
L’animaletto lo guardava fisso, ma parve calmarsi. Ruben si avvicinò di più per controllare: aveva una zampa ferita e ancora incastrata in una tagliola.
“Allora ci sono ancora i bastardi! Prendo il mio coltello adesso, ma non spaventarti, devo fare leva su questo aggeggio infernale.”
L’animale si leccò la zampa e poi chiuse gli occhi. Ruben fu certo che capisse.
Fece scattare la trappola e il botolo rosso si allontanò zoppicando.
“Ehi, fermati. Se vieni con me, c’è Lara che ti può curare e Gorgo, se tralasci l’aspetto, ti canterà storie incredibili. Ci stai?”
Il piccolo si fermò e lì rimase finché Ruben lo raggiunse e lo prese sotto il braccio.

Quando giunse al campo provvisorio, trillò:”Lara, aiutami! C’è un amico da aiutare!”
“Fatteli da te i massaggi alle gambe! Te l’ho già detto che non sono stupida!” Lara continuava a pulire patate.
Gorgo che era accovacciato vicino sussurrò:”Lara, penso che tu debba dare un’occhiata, io stesso stento a crederci..”
Lara finalmente alzò lo sguardo e le cadde il coltello, mentre sgranava gli occhi con la bocca spalancata: “Uno spirito protettore…”.
Ruben guardò l’amico peloso :”Ma che dici? Comunque è ferito, vuoi aiutarmi sì o no?”
“Come hai fatto, come hai fatto a vederlo? E’ venuto con te da solo?”
Ruben era evidentemente seccato dall’interrogatorio:”Sì, è venuto con me. Prima però l’ho liberato da una tagliola nel bosco, l’ho invitato a venire qui perché tu lo curassi, ma ora me ne pento, perché hai solo voglia di chiacchierare!”
Lara si alzò:”Tu sei stato scelto da forze più grandi Ruben. Non me lo spiego,ma è così. Questo spirito resterà sempre con te da adesso. Trattalo bene. Ha già parlato?”
Ruben la guardò sospettoso:”Non dire fesserie. Comunque un cucciolo l’ho sempre voluto, aiutami a curarlo.”

Lara annuì e Ruben notò che lo guardava con un rispetto nuovo.

Ah, l’arte di provarci!


Scrivere è diventato la mia eroina. Una dose quotidiana a cui non so sfuggire. Se pare che io sia mancata, in realtà mi sto dando ancora più da fare, con maggiore tenacia.

Un sogno, un’illusione, una via che si percorre, non importa quanta strada, né dove porti in fondo, è l’unica che mi vada di percorrere.

Scrivi un paio di racconti, li infili qua e là e aspetti. Piaceranno? Varranno qualcosa? Troppa fretta, ma gli anni per decidere sono passati e ora la voglia di uscire dallo sgabuzzino è travolgente. Continuare a leggere, fondamentale!

Io non sono snob, non sono una letterata, con la laurea prestigiosa da affiggere come manifesto di sapienza, perciò sono per la lettura a prescindere. Classici sì, ma non solo. Il classico è cultura, storia della scrittura, ma leggere, leggere gli altri, un po’ di generi sparsi, per me significa capirsi. Leggendo libri di varia estradizione, perché è il caso di dirlo, si capisce meglio ciò che piace, ciò che si vuole e si affina il proprio stile, stimolando la fantasia.

Ripeto che questo è il mio pensiero, un po’ insolente, perché non ho le competenze per esporlo.

Scrivo e scrivo, capisco meglio dov’è ridondante, dov’è l’eccesso inutile, la ripetizione nauseante. Ho capito che l’autore non deve far trasparire la propria opinione. Raccontare portando per mano, senza commentare durante la narrazione! Il modo in cui si descrive il personaggio e le sue azioni è più che sufficiente. Il lettore non è un ebete, non ama la cronaca sulla storia.

La soddisfazione maggiore viene nel rendersi conto di aver scritto simbolismi interessanti, senza calcare la mano sopra, che chi gradisce abbia il gusto di cogliere, liberamente.

Non è facile prendersi il tempo per scrivere col rischio che chi ti sta attorno ti pensi nullafacente.

Il tempo di salpare è giunto, auguriamoci vento in poppa!

Mettetevi alla prova!!!

Dello scrivere un romanzo


47 pagine. la storia mi piace.

Contro ogni sorte, ‘che il mondo s’avversa in un moto di perenne latrare, bussare di porte, quando le nocche vengono utilizzate!

Eppure io, con rischio scazzo altissimo, a volte mi stupisco e mi faccio catturare, sorprendendomi sempre più di come la mente funzioni più o meno come per la lettura: devi farti catturare dalla storia, esserci dentro, altrimenti non funziona e buona notte al secchio, tanti saluti!

Ok, però io non sto dando consigli, mica ho mai pubblicato niente!

Voi direte :” ‘mbeh? Allora che diamine parli a fare?”

Io ringraziando della cortesia, rispondo che sto solo riportando la mia esperienza, mentre sono ancora sul fronte scrittura in corso.

L’entusiasmo per i personaggi a volte è tale, che da blogger abituata a scrivere sul momento e pubblicare in rete, è dura non condividere in diretta ciò che ho prodotto.

Non sia mai, tengo duro, voglio portare a compimento un lavoro completo. Rileggo, correggo in corsa, mi faccio un elenco dei nomi, dei legami famigliari, delle caratteristiche fisiche e altri eventi.

La confusione che a volte mi coglie nella lettura, mi coglie nel corso degli accadimenti inventati da me medesima!

Sarò io una mezza… stolta, ma rischiare di cambiare i connotati di qualcuno dopo tre capitoli, mi pare imbarazzante!

C’è gente che ho messo lì, di allaccio e ora mi prende, mi stimola e mi rendo conto che si presta a ulteriori approfondimenti.

La storia di Lara e Ruben versione blog che ormai è tutt’altra cosa dal fratello di partenza, la porterò avanti per affetto e gusto personale, fosse anche che uno di voi possa apprezzare.

Questa è condivisione gente!

Per condividere appieno..

Oggi ho fatto un pianto osceno, per esasperazione, credendo di essere per i fatti miei, meno male che c’è sempre quell’anima pia del Man che mi ricopre di letame quando sono giù.

Ha tanti pregi per carità, ma non so cosa gli marcisca in testa a pensare che a far una sfuriata una si risollevi!

Ti amo, ma sei stato uno stronzo: ho passato dei giorni di merda pensando a ciò che ho perso e non capisci un tubo purtroppo. Ho imparato a non piangere a causa tua ed è un bene, non si rimane ventenne a vita, ma cazzarola, lasciami piangere in pace il dolore che ho dentro, quando capita che ancora mi riesca di farlo! Non ce la faccio a sentire dire che per l’uomo quel tipo di perdita è lo stesso, io ne rimango ancora straziata.

Questa condivisione, mi spiace, è orrenda e chiudo qui, diciamo che mi sono svuotata.

Torno da Sazan e Sadik.

Scrivere per chi scrittore non è se non per se stesso scrivente


Io provo, ci provo perché nessuno me lo ha chiesto, perché non mi porta a nulla, non cambia la mia vita, è per me ciò che voglio.

La bellezza di un rapporto con la mente e le parole, l’amore di fronte alla fantasia che prende forma in pensieri, azioni, corpi raccontati.

Loro stanno lì, in attesa che io li porti avanti, con le  loro passioni, paure, la determinazione di riuscire e io smanio per scoprire che accadrà di loro, di me, di noi.

Allora, puntualmente arriva il citofono che mi smarona, un televisore che si accende, un caffè da offrire e i problemi che ci sono sempre, se non sono miei sono di qualcuno a cui voglio bene.

E io scribacchina in vena di scribacchiare che solerte mi appunto in disparte le persone che mi nascono dal cervello, con le loro caratteristiche fisiche, il significato dei loro nomi, i rapporti famigliari e non.. a che pro se il mondo non s’azzitta mai? Che io rischio pure di scordarmi ciò che scrivo?

Ho pensato che di notte, di notte devo scrivere!

E chi ce la fa?

Chi fa il mio di giorno? Chi mai potrebbe essere me, mentre io m’addormento?

Non si può no, io la notte dopo le dieci non scrivo, massimo le undici e poi che mi si sfoca tutto…

Loro meritano di meglio, la mia piena disponibilità, hanno emozioni e azioni da compiere e io devo essere sul loro livello.

E anche adesso che vorrei tanto darmi loro, c’è Spiderman alla tv che mi cozza i nervi..

Mi sa tanto che come al solito mi tocca sloggiare in cucina, con le zampe appese alla sedia, sciatta in quel modo femminile che lui ti guarda e pensa e tu pensi ad altro.

Ok, mi sloggio di là e vediamo oggi che succede a quei Ruben e Lara che sono altri da questi per mio diletto  e sfida.

 

Amor di penato amare


Innondando le maree con le lacrime più amare

ho scolpito ghiacciai imperituri,

segnando i volti amati

a memoria collettiva.

Non mi pongo limiti nel mio volare,

le rotte sono umane,

i miei traguardi sublimi,

le mie ali dorate ardenti.

Lo sciabordio dei miei pensieri,

scote il mio essere silente,

invoco pietà al sommo creatore,

che le mie orme veglia.

Domando le incolte chiome,

che avvolgono il tenero,

ripeto all’incauto impostore

le regole dell’onesto.

Cura il cuore che palpita,

doma la furia feroce,

stringi le membra focose,

esci di bocca parole sagge.