Silenzio. Cervello spento. Tortore sul tetto, frulli di passeri, rondine garrule che stridono.
Il cuore stretto, un gesto inatteso, mi chiedi come sto, mi basta per provare un calore intimo, per ammettere che è difficile, mi manchi, siamo sempre di corsa, ma tu hai chiesto come sto e la distanza si accorcia. Hai detto che oggi mi penserai e io mi sento speciale, importante perché siamo noi e basta, perché la verità è semplice, non ho che posto nei tuoi pensieri e se tu non mi ospiti che senso ho? Grazie per il pensiero, per questo gesto che mi si imprime dentro.
Ho la testa pesante, troppo sonno e la marchesa rossa fra le sottane. Oh mia signora della Luna seguace, che palle! Fatti un po’ meno pressante.
I pensieri mi scorrono sotto pelle, senza confusione, fluidi, io li percepisco senza vederli. La cosa non mi turba, anzi. Non mi importa, per un giorno voglio godermi le gioie senza curarmi del resto.
Frulli d’ali e cinguettii, aspettando che i boccioli si aprano al cielo, fragranza olimpica a placare i miei sensi.
I pensieri sgusciano, troppo sonno, se ne vanno e non li acchiappo, come farfalle da un retino bucato.