Delirio estivo


Ogni perla che scorre sulla pelle
tra le pieghe forma pozze calde,
in un gioco di sudore rivo
di epidermide cocente.

Le dita a ricacciar capelli,
a esser uomo già rasati,
invece che giardini pensili
di ciocche ormai pesanti.

Le parole in testa esplodono
le mani sui tasti picchiando,
ma gli occhi reticenti dolgono
e il capo dolorante in affanno.

Fantasie stonate di staffetta,
in corsa scattando lesta,
raggiungo il traguardo in testa
le mani strette con forza.

Abbasso lo sguardo sorpresa
il testimone osservando
ma non di legno è arrivato
a trionfo il mio romanzo.

Hallelujah amore


 

Seguono i sospiri le mie speranze infrante,

vanno rincorrendo lepri bianche,

scompaiono fra buche di talpe furbe,

non posso raggiungerle, né fermarle.

I graffi sull’anima sono carezze lente,

che affettano il cuore di vetro striato,

piovono gocce di zucchero candito,

dai miei sogni nascosti nel tinello.

Giro e giro fino a perdere il fiato,

cerco l’equilibrio, braccia in alto,

canto la canzone che porto in tasca,

per un quarto d’ora in testa.

Mmmm fa la mia voce

e sento le corde vibrare

la gola percorsa da note

mi piombano in testa chiare.

Hallelujah, hallelujah,

l’amore fa male,

hallelujah di sale,

la ferita hallelujah.

Il nevo ha levato le tende


Andato è lo nevo. Estirpato. L’emicrania mi avvolge il cervello, la tensione, ma il bisturi è stato modello, la mano ad addestrarlo perfetta. Infermiere, dottoressa col chirurgo sorridenti, sono riuscita a fare salotto anche in sala chirurgica.

Bene, in attesa della biops, per chiudere l’esperienza, mi sento in forza, col mal di testa, ma giusta. Povera creatura, così rosa e indifesa dopo trenta e più anni di vita condivisa..va be’ ognuno per la sua via.

E per sprecarmi con la scusa dell’anestesia(locale…figurati), un bacio a tutti i migranti di questo universo parallelo.

Pensieri volanti da un retino bucato


Silenzio. Cervello spento. Tortore sul tetto, frulli di passeri, rondine garrule che stridono.

Il cuore stretto, un gesto inatteso, mi chiedi come sto, mi basta per provare un calore intimo, per ammettere che è difficile, mi manchi, siamo sempre di corsa, ma tu hai chiesto come sto e la distanza si accorcia. Hai detto che oggi mi penserai e io mi sento speciale, importante perché siamo noi e basta, perché la verità è semplice, non ho che posto nei tuoi pensieri e se tu non mi ospiti che senso ho? Grazie per il pensiero, per questo gesto che mi si imprime dentro.

Ho la testa pesante, troppo sonno e la marchesa rossa fra le sottane. Oh mia signora della Luna seguace, che palle! Fatti un po’ meno pressante.

I pensieri mi scorrono sotto pelle, senza confusione, fluidi, io li percepisco senza vederli. La cosa non mi turba, anzi. Non mi importa, per un giorno voglio godermi le gioie senza curarmi del resto.

Frulli d’ali e cinguettii, aspettando che i boccioli si aprano al cielo, fragranza olimpica a placare i miei sensi.

I pensieri sgusciano, troppo sonno, se ne vanno e non li acchiappo, come farfalle da un retino bucato.

Intimità


 

Mettetemi un bavaglio, anzi no: legatemi le mani. Scrivo e scrivo, quando l’acqua bolle, la temperatura sale e il vapore fa saltare il coperchio. Faccio uscire un po’ di cose che ho nella testa e posso rimettere il coperchio al suo posto.

C’è un altro argomento su cui rifletto e che non amo condividere, ma c’è modo per ogni cosa. L’intimità tra due persone è un’esperienza sublime, quando c’è intimità. Si può fare l’amore spesso, si può farlo con chi si vuole, ma l’intimità è un’altra cosa, per assurdo, mi viene da sottolineare. All’inizio si è più spavaldi, più bugiardi, ma anche più sinceri, perché tra le spacconate si dice qualcosa di vero, poi si cresce un po’, ci si conosce meglio, ma in realtà ci si conosce sempre meno; più che altro si creano delle abitudini uguali, per sentirsi uniti. L’ intimità si perde, soprattutto l’uomo deve idealizzare la donna, che dev’essere affidabile, sicura, dolce, forte e dalla sessualità non manifesta, perché quelle sono cose private… e va bene, ma poi le cose private sono taciute, fatte, ma non dette e non è la parolina volgare e tenera che fa l’intimità, al massimo fa gioco. Ho la netta sensazione che alle donne non sia ancora concesso parlare del proprio piacere. Non a caso, personalmente sto soffrendo svariate e manifeste tribolazioni, per scrivere ciò che penso senza essere esplicita.

La donna ne può scrivere, ne può parlare con chi vuole, ne può fare programmi, film… ma nell’ ambito della propria

black and white, couple, kiss, love, noir et blanc

camera da letto? Se lui è in imbarazzo, è impossibile. Non lo so come andrà, forse la nuova generazione (io ho trentadue anni) sarà più libera? Ne dubito, penso sia più esplicita, ma non è ciò che serve, non è la sessualità aperta, non è la trasgressione, io parlo di vera intima connessione su vari livelli.
Tra l’altro penso che non ci sia uomo o donna che può interferire nel cuore di chi ami se ciò che vi unisce è così stupendamente imperfetto da essere irreplicabile.Torno a ciò a cui pensavo a vent’anni: lui dev’essere anche il migliore amico, nel proprio cuore, quello con cui ti senti intimamente spoglia, con cui puoi ridere e sbagliare, puoi fare cose fantastiche e costruire castelli per aria, mentre le scemenze colossali saranno risate da condividere e fare l’amore diventa il gioco più bello, sinceramente.

Se l’uomo avesse coraggio di essere così, lei non salperebbe per fantasie lontane e lui amerebbe stare con lei.

Ogni emozione nasce dentro, ogni desiderio nella testa, non servono grandi scenari, ma persone speciali.