Non so comportarmi,
quando serve sgarro,
sbotto,perdo il laccio.
Starei nella tana
giusto per non
umiliarmi, cado.
Perfetta ammaccata,
fumante di rabbia,
di vomito rimessa.
La furia, del male
doloroso potente
mi acceca la mente.
Così il sentimento
celato quotidianamente
d’un botto si manifesta.
Preferibilmente
quando v’è la gente
e non più l’orgoglio.
Umiliazione
Piccolo cuore nero
Sciocco lo stolto s’intende saputo,
mira lo scoglio con dito puntato,
tira al bersaglio con stolido colpo,
manca il traguardo con anno d’avanzo.
Ride la gente del suo rossore,
il gozzo si riempie di cieco furore,
strilla e s’impunta pestando i piedi,
guardando la folla con occhi biechi.
“Arriverà il giorno che piangerete
per mano mia voi perirete
saranno giorni di cupo terrore
conoscerete lesto il vendicatore!”
Qualcuno sbiancò d’un tratto incerto
ma il resto del popolo seguitò il concerto
di risa e di scherno colpendolo al centro
del suo piccolo fumoso nero cuore.
Allora lo stolto s’andò incespicando,
le peggiori torture in seno meditando,
s’apprestò i neri cuori a unificare,
nel più scuro terribile affare.
In capo a un anno dall’umiliazione
il sordido gruppo si fu all’azione,
menando colpi ai passanti ignari
facendo schiavi quelli contrari.
A menare lo stolto per il naso
si rischia di perdere la mano
‘ché lo stolto non intende ragione
al di là del piccolo nero cuore.
L’umiliazione
Non possiedo,non ho, non mi appartiene altro che me. L’umiliazione di chiedere non mi appartiene e allora perché ti devo chiedere? Non do a te forse ogni mia capacità, ogni mio impegno, ogni mia opera per te senza richiesta? So di peccare nell’incostanza del mio temperamento, ma a te non manco di certo, verso di te protendo il mio lavoro.
Stamane ho capito, lo sai anche tu che ho capito e non mi illudo più.
Non sarò mai in cima alle tue liste, né per stima , né per amore: io mi sforzo di tenerti caro, mentre tu serenamente mi tieni nel cuore, così, senza pretese, senza volermi avere più intensamente, senza volermi sentire o vedere veramente.
In fondo l’umanità ruota sui soliti cardini e lasciamola cigolare, noi con essa.
Mai riuscirò a bastarmi così, mai potrò rassegnarmi a essere così poco, almeno per me, devo valere di più.
E’ stata un’umiliazione, come sempre, mercanteggiare per avere qualcosa di mio, che mi possa far piacere, qualche pianta da interrare, per trovare il buon umore. Tu me lo fai pesare. Non possiedo, non ho alcun potere di acquisto, e ti offendo, se lo capisco, perché io posso tutto senza chiedere… posso sempre sognare di fare, di andare, di essere migliore.
Vorrei tanto essere una versione migliore di me stessa, perché sono consapevole di essere la mia versione beta: sono il mio reset, senza aggiornamento, l’ immagine di ciò che sarei potuta essere senza alcun impegno.
Sono consapevole, sono sveglia, gli occhi aperti sul mondo e vorrei essere diversa, me stessa, invece di una fatica immensa per arrivare, arrivare, ancora un passo e si arriva… dove?