Fuga


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Non sono svanita, ma sono scappata. Non dalla scrittura, ma da me stessa.
Sto scrivendo perché devo esprimere qualcosa e in questo caso sono abbastanza certa di fare un pessimo servizio a chi legge.
Non c’è alcun tipo di intrattenimento in queste parole e nessun tipo di dialogo, solo me stessa.
Sono una persona sempre più chiusa, sempre più ostile al mondo, con dentro un scalpitio di zoccoli pronti a correre, ma il recinto è sigillato.
Ho finito i progetti.
Portò avanti ciò a cui tengo con tutto il cuore. Ho finito i progetti per me stessa, come individuo. Sono face to face e non posso nascondermi, non davanti a me stessa.
Le parole le ho finite, la voglia di scrivere rimane, ma non ne sono in grado, ho perso troppo tempo a saltare da un piede all’altro sperando di essere presa, stretta, rassicurata, amata in modo incosciente.
I sogni sono buon materiale per scrivere, effettivamente, eppure non faccio bene né questo né quello, sinceramente.
Il mio unico desiderio al momento è leggere in ogni momento consentito e barricarmi dietro solide mura di niente, tra futili avventure, incorporei sospiri e parole che nessuno direbbe mai, forse io…
Al diavolo l’illusione di complicità, di condivisione, al diavolo la passione e tutte le cazzate che ho coltivato nel cuore, come la persona sola che ero crescendo e che resterò per sempre.
Non esiste l’alta definizione, non sembra più vero del vero, lo è. Se il mondo non è opaco, lo sono gli occhi che lo guardano.
Sono sempre stata in equilibrio con un piede nella concretezza e l’altro nel cielo più alto e incorporeo, ne ho sempre avuto bisogno. Ora mi siedo e non ci voglio pensare. Non voglio pensare a niente, mentre il giorno segue quello dietro e faccio finta che mi vada tutto bene, perché le cose vanno bene, e c’è troppo schifo nel mondo per lamentarsi, così mi tappo la bocca e mi incazzo per quel peso nel cuore che non ho nessun diritto di avere, non credevo davvero che avrei avuto diritto di rifarmi ?
Non so cosa mi abbia fatto credere da bambina che a risarcimento di un’infanzia infelice e un’adolescenza di merda avessi diritto a una vita con tanto amore da scoppiarmi il cuore!
Ho avuto molto più di quel che sentivo di meritare in fondo e non voglio lamentarmi, non devo. Perciò fuggo tra pagine sognate da altri e non mi peno neanche di scriverle da me.
Un abbraccio a chi è sempre stato presente con tanto affetto, sappiate che è un affetto ricambiato.

Libertà di scrivere


 

Pensavo rispondendo a spinanelcactus, all’amore per la parola scritta, a quanto io ami da sempre questo modo unico di esprimere qualsiasi pensiero mente umana concepisca, mentre pensavo nasceva già questo articolo.

Ho desiderio di esprimere una volta ancora, e non sarà l’ultima!, cosa significhi per me tutto questo.

Da bambina capitava sovente che passassi lunghi momenti da sola nella mia cameretta, essendo sola e avendo ormai la mente già satura di fantasie fiabesche, mi divertivo a disegnare storie di principesse, fogli su fogli e mi pare di ricordare di aver avuto poca voglia di completare colorando il tutto. Qui nasce la differenza, il bivio che mi ha fatto scegliere inconsapevolmente, perché io disegnavo per scrivere, era un disegno sull’altro, per fare la storia, non mi soffermavo a migliorare i dettagli, a dar vita ai personaggi con colori, sfumature, volevo la storia. Infatti poi ho scritto ciò che sentivo, ho provato a scrivere il classico diario segreto, regalo immancabili ai compleanni delle elementari, ma come li ho iniziati, quei diari li ho lasciati. Temo per prurito, per orticaria. Non sopportavo che scrivere, l’unico modo in cui mi esprimevo liberamente, dovesse essere vestito, in divisa, regolato. Mi spiego meglio: “Caro Diario…-baci…”, mi piaceva molto nell’idea, volevo arrivarci, ma non ero sincera, era una forzatura tremenda! Non è un merito scrivere di getto, non oserò affermare tanto, ma era ciò che facevo, dove capitava. Il mio diario di scuola diventava man mano la raccolta di istantanei pensieri, brani di canzoni, canzoni intere, ritagli di River Phoenix , non so perché, ma lo adoravo, proprio tanto, ed è andato via in un modo, lo so, simile ad altri e ancora verranno e andranno, ma è assurdo. Comunque, tra la IV e V elementare avevo deciso di fare la scrittrice, salvo stroncare i miei sogni l’anno dopo.

In prima media il mio modo di scrivere di getto, cioè tutto, con fantasia a briglia sciolta, non è più piaciuto alla prof vecchio stampo(anche l’anagrafe conferma), ma io non la capivo molto, era una donna che penso avesse grandi potenzialità e cultura, ma non so che solitudine covasse dentro, beveva come una spugna. Piccola, piccola, come una botticella fragile, per me era solo uno stop a ciò che dovevo esprimere, ma insegnava e qualcosa avrò imparato. In III l’insegnante è cambiata, ottima cultura, molto simpatica, ma con la fregatura, sotto sotto era severa, ma io forse qualcosina l’avevo imparato e iniziavo a dare un taglio agli orpelli. In un tema personale ero riuscita a esprimere me e il risultato c’è stato, finalmente di nuovo un voto brillante, mi ero liberata! Peccato mia madre, un giorno mentre non c’ero, avesse  letto quel tema  che per me era come un attestato, facendomi una scenata pazzesca. Tanto avevo patito, tra il cambio di scuola, di metodo, la separazione dei miei, mia madre risposata e finalmente capisco, finalmente capisco come arrivare bene da qualche parte e BAM! Non si può. Non ricordo neanche cosa avevo scritto, magari che soffrivo? Non se ne è parlato di questo, il succo è che avevo sputtanato mia madre.

Avevo capito! Scrivere è un segreto, ma mai una menzogna.

E’ ancora così, ho ancora pudore nel mostrare ciò che scrivo, non mescolo la vita concreta con ciò che scrivo, qui chi mi legge lo fa per scelta e io mi fido, mi espongo nel mettermi in parole, ma non oso far leggere, per quanto vorrei, ciò che scrivo a chi mi vive nella vita. Non potrei tollerare in alcun modo che ciò che scrivo possa dar fastidio o possa non essere accettato, perché sono IO.

Come ho scritto da un’altra parte, io scrivo FREE(libera) perché scrivo ciò che voglio e scrivo FREE(gratis) ‘ché nessuno mi paga per farlo. Ogni volta che penso che una persona con la sua mente, coi suoi pensieri, si ferma sulle mie parole facendole proprie, per me è una gioia immensa, un mio lasciare qualcosa al mondo, in briciole magari, ma è un po’ di me in te.

Freeedom Now

They throwed him in jail
And they kept him there
Hoping soon he’d die
That his body and spirit would waste away
And soon after that his mind

But every day is born a fool
One who thinks that he can rule
One who says tomorrow’s mine
One who wakes one day to find
The prison doors open the shackles broken
And chaos in the street

Everybody sing we’re free free free free
Everybody sing we’re free free free free
Everybody sing we’re free free free free

They throwed him in jail
And they kept him there
Hoping his memory’d die
That the people forget how he once led
And fought for justice in their lives

But every day is born a man
Who hates what he can’t understand
Who thinks the answer is to kill
Who thinks his actions are god’s will

And he thinks he’s free free free free
Yes he thinks he’s free free free free
He thinks he’s free free free free

Soon must come the day
When the righteous have their way
Unjustly tried are free
And people live in peace I say
Give the man release
Go on and set your conscience free
Right the wrongs you made
Even a fool can have his day

Let us all be free free free free
Let us all be free free free free
Let us all be free free free free

Free our bodies free our minds
Free our hearts
Freedom for everyone
And freedom now

Freedom now
Freedom now
Freedom now

Let us all be free free free free
Let us all be free free free free
Let us all be free free free fre

Tracy Chapman said.