La fine del mondo domani a mezzogiorno


 

In sedici ore e sedici minuti il cielo era cambiato.

Un lungo nero interminabile notturno oscuramento.

La gente camminava lungo le strade guardandosi l’un l’altro.

In ogni sguardo una muta richiesta d’aiuto, una spiegazione.

Chiamai quella donna in uniforme, un vigile, le toccai il braccio: “Che succede? Quanto durerà questa notte?”.

“E’ solo l’inizio. Il buio è l’inizio della fine, dicono che non tornerà più il sole.” Rispose con un’alzata di spalle, proseguendo il suo cammino, con sguardo assente.

Io guardavo tutti, cercando un guizzo di intelligenza.

Come era possibile?

E’ vero, era capitato ultimamente che le notti durassero di più, poi la luce faceva capolino e come sempre, la gente cercava di ignorare quella stranezza.

Ci eravamo abituati, l’avevamo accettato, come un cambiamento che si accoglie nel flusso del consueto.

Io volevo gridare, mi misi a correre, non potevo accettarlo, quel buio, non volevo.

Da una finestra aperta il televisore gracchiava: “E’ ufficiale, siamo giunti alla fine. Il mondo cesserà di esistere domani a mezzogiorno. La gente è invitata a riunirsi nelle piazze cittadine, per assistere insieme a questo evento. “.

Pensavo fossero tutti impazziti!

Mi ritrovai assieme a quei volti conosciuti, ai miei cari, mentre banchettavano tra una battuta e l’altra.

Avevo lo stomaco chiuso, come facevano?

Il conto alla rovescia era cominciato, il tempo stava scadendo inesorabilmente.

Pane formaggio, vino e gazzosa.. non riuscivo a crederci!

Io non volevo, e le lacrime presero a scorrere copiose, non loro, loro no, c’è ancora tanto da fare..

La gente intorno a me sedeva in terra con quieta accettazione, eppure ero certa che ci sarebbe stata un ressa impazzita, che ci saremmo calpestati gli uni con gli altri, in cerca di una via d’uscita, per quanto assurdo fosse.

Loro stavano lì, seduti in attesa dell’ora X.

E fu tutto un bianco accecante…